In Vietnam cala lo sviluppo economico, resiste l'ingiustizia sociale
Hanoi (AsiaNews) – L’economia del Vietnam cede di fronte alla crisi economica mondiale. La crescita dell’inflazione, il taglio dei posti di lavoro e una profonda corruzione dei governi locali, stanno affliggendo gli strati più bassi della popolazione.
I dati mostrati dall’Istituto centrale per la gestione del governo vietnamita (Institute of Central Management of Vietnam’s Goverment) evidenziano come nel 2008 la crescita economica si sia fermata al 6,3%, circa il 2% in meno rispetto al record dell' 8,5% registrato nel 2007.
Nonostante il mantenimento di un’economia in crescita, il governo afferma che circa il 70% dei giovani residenti nelle aree rurali è senza lavoro. Il primo trimestre del 2009, mostra inoltre una disoccupazione crescente anche nei principali centri produttivi.
Nelle città di Hanoi, Ho Chi Min City, Binh Duong, e nella provincia di Haiphong sono più di 64mila i giovani privi di occupazione. Essi si aggiungono ai 66.707 che hanno perso il lavoro nel corso del 2008 in 41 province del Paese. Secondo il governo al termine del 2009 il numero dei giovani disoccupati sarà superiore a 300mila.
In questo contesto, le principali problematiche sociali sono in realtà frutto di politiche impopolari attuate dal governo comunista. La straordinaria crescita economica registrata in questi anno è infatti basata sulla violazione costante dei diritti umani, come la libertà di associazione, di culto e di educazione.
Ciò emerge in modo particolare nei governi locali. Nel mese di luglio il governo ha tenuto una serie di assemblee popolari in varie province del Paese. Nelle aree rurali molti dei partecipanti hanno espresso il loro malcontento affermando che i “leader locali sono ingiusti, corrotti e minacciano i cittadini vietnamiti”. La situazione non è differente nelle città. Ad Hanoi gli abitanti accusano il governo locale del mancato indennizzo dei terreni espropriati otto anni fa per lo sviluppo urbano.