In Turchia, per l'influenza aviaria allarme "on line" e indifferenza in strada
In ospedale ci sono ancora 2 fratelli dei ragazzi morti. La gente non appare preoccupata; gli stessi giornali turchi nelle edizioni cartacee non riportano gli allarmi che lanciano su internet.
Ankara (AsiaNews) - Ma cosa sta succedendo? Sembra che qualcosa non quadri.
Ieri notte il Ministro della Sanità turca, Recep Akdag, ha dichiarato dopo smentite e ripetuti accertamenti - che il quattordicenne morto il primo gennaio presso l'ospedale di Van, città turca vicino al confine con l'Iran, è deceduto a causa dell'influenza aviaria. A lui è seguita la morte della sorella e i suoi due fratelli sono ancora sotto terapia.
Panico in tutta Europa: è il primo caso di morte umana a causa di questa malattia animale fuori dal lontano Oriente. A leggere i giornali su Internet si respira aria di terrore e anche i giornali Online turchi non si risparmiano in commenti e serie preoccupazioni. Ma una volta che vai in edicola o semplicemente uscendo di casa il clima è completamente diverso.
La stesse prime pagine cartacee dei quotidiani nazionali - che guardate in Internet mostrano foto allarmanti e a titoli cubitali presentano la notizia con le dichiarazioni del Ministro Akdag riservano solo un piccolo riquadro (se va bene) all'avvenimento, confermando i sospetti celati da giorni.
Nelle farmacie nessun farmaco specifico viene segnalato, e se si chiede una scatola di Tamiflu se la cavano con un sbrigativo: "Lo procureremo".
Del resto la gente non sembra attualmente così allarmata, girando per le strade, sui mezzi pubblici, negli uffici e nei negozi, pare che l'appello del Ministro "Non fatevi prendere dal panico", sia assolutamente esagerato, visto che la gente liquida la faccenda con la frase che fa da ritornello: "Basta non mangiare pollo e tacchino e far cuocere bene le uova"!
E se poni domande, mostri il problema e presenti i rischi e i pericoli di morte indotti da un possibile contagio, ti guardano stralunati, sembra facciano fatica a comprendere l'agitazione febbrile registrata in Europa.
Sarà il noto "fatalismo orientale", quell'atteggiamento più distaccato verso la morte che li rende più indifferenti a questa problematica mondiale? Sarà l'interiorizzazione personale della frase "Ogni essere vivente assaggerà la morte", che si trova incisa sul portone d'ingresso di molti cimiteri turchi? Sarà che finora, nonostante da mesi se ne parli, c'è stata poca informazione da parte del Governo?
Da mesi in tutte le scuole pubbliche in Turchia viene distribuito un libretto sulle precauzioni da tenere per evitare di contrarre qualunque tipo di virus, dando istruzioni basilari - con tanto di illustrazioni - quali lavarsi le mani prima di mangiare e usare la carta igienica (ancora in disuso in numerosi villaggi), e le insegnanti hanno dato lezioni specifiche su questi argomenti, ribadendo che seguendo le fondamentali norme igieniche si condurrà una vita sana e si preverranno malattie pericolose. Questo va bene, ma può bastare di fronte al virus H5N1? Staremo a vedere come si muoveranno nei prossimi giorni lo Stato e l'opinione pubblica.