In India si muore per fame, ma milioni di sacchi di cereali marciscono all’aperto
News Delhi (AsiaNews) – In India, uno dei Paesi con il più alto tasso di povertà al mondo, oltre il 90% delle scorte di grano è andato in fumo in questi mesi per l’incuria nella conservazione da parte delle autorità federali. Nei magazzini della Food Corporation of India (Fci) i sacchi sono, infatti, conservati all’aperto senza alcuna protezione da intemperie e le recenti piogge monsoniche hanno fatto marcire le granaglie che potranno solo essere trasformate in concime.
Mons. Leo Cornelio, arcivescovo di Bophal (Madhya Pradesh), afferma: “Lo spreco di cibo non dovrebbe essere tollerato da nessuno, esso è una risorsa data da Dio per i bisogni dell’uomo. Noi dobbiamo considerarlo come bene comune da condividere con i poveri e i bisognosi”.
L’India è al 67mo posto, su 88 Paesi, nell’Indice mondiale di povertà. In questi ultimi anni il governo indiano ha investito molto nella produzione agricola, ma non si è preoccupato di attrezzare adeguati sistemi di conservazione delle derrate in eccedenza. Milioni di tonnellate di grano e altri prodotti agricoli sono tenuti spesso a marcire all’aperto. A causa della calcificazione dovuta alla pioggia spesso non sono nemmeno utilizzabili come foraggio per il bestiame.
Secondo mons. Cornelio il governo dovrebbe attivare il suo sistema di distribuzione pubblica, che prevede la fornitura mensile di 55 kg di grano, 5, 25 kg di legumi e 2,8 kg di oli alimentare per ogni famiglia povera che ne fa richiesta. “Ogni persona – aggiunge - ha diritto a nutrirsi e non dovrebbe patire la fame”.