In India sembra che partecipare a una preghiera pubblica sia diventato un crimine
La riflessione di padre Babu Joseph, SVD sull’arresto di nove persone che in Madhya Pradesh partecipavano a una celebrazione. “In un Paese democratico i cittadini dovrebbero avere il diritto di esercitare la loro libertà di culto che sembra essere in declino in India".
Mumbai (AsiaNews) – "Arrestare un gruppo di persone che stavano partecipando pacificamente a un incontro di preghiera pubblico basato su una denuncia infondata di alcune organizzazioni fondamentaliste non è niente di meno che una parodia della giustizia”. E’ quanto afferma padre Babu Joseph, SVD, direttore del 'Satprakashan Sanchar Kendra', un'istituzione cattolica di Indore, che ha parlato con AsiaNews dell'arresto di nove persone che partecipavano al rito a 'Satprakashan Sanchar Kendra' il giorno dopo che persone affiliate al Bajrang Dal hanno fatto irruzione nel loro centro a Indore, Madhya Pradesh, il 26 gennaio.
“Per una questione di giustizia e correttezza – evidenzia padre Babu Joseph - coloro che hanno violato la proprietà e creato trambusto avrebbero dovuto esserlo ammoniti, ma sono protetti a causa del loro appoggio politico. E sotto tale pressione quelle persone innocenti vengono incarcerate senza aver commesso nessun crimine. Partecipare a una preghiera pubblica è un crimine in questo Paese? Se è così ogni volta che viene trasmesso un satsang (un discorso spirituale) organizzato da un sadhu o da un Sant dovrebbe anche cadere nell’ombra del sospetto. In un Paese democratico i cittadini dovrebbero avere il diritto di esercitare la loro libertà di culto che sembra essere in declino in India".
La polizia ha arrestato i genitori di una donna e altre sette persone ai sensi della nuova legge anti-conversione dello Stato per averla presumibilmente costretta ad abbracciare il cristianesimo. Il responsabile della stazione di polizia Santosh Kumar Dudhi ha detto che la denuncia della donna di 25 anni dice che i suoi genitori, con il pretesto di portarla a casa della nonna, l'hanno portata in un centro comunitario cristiano a Indore per un incontro di preghiera. "Alcune donne mi hanno tirato le mani e le gambe e mi hanno picchiato lassù (al centro). Sono stato costretto a sedermi in un corridoio", dice il FIR registrato dalla polizia, sulla base della denuncia della donna, che viene dal villaggio di Gujarkheda vicino Indore. "Sono nata indù e pratico la stessa religione ... ma mia madre e i presenti mi hanno costretto a lasciare la mia religione", afferma il FIR. Sulla base della denuncia della donna, la polizia ha registrato martedì un caso ai sensi delle disposizioni pertinenti del Madhya Pradesh Religious Freedom Act contro i suoi genitori e altri presenti all'incontro organizzato in occasione della Festa della Repubblica. "Nove persone, compresi i genitori della donna, sono state arrestate e stiamo cercando altri due accusati", ha detto Santosh Kumar Dudhi.
Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians, ha dichiarato: "Il governo dello Stato del Madhya Pradesh ha promulgato il decreto 2020 sulla libertà di religione, che prevede in alcuni casi 10 anni di carcere se l'accusato viene ritenuto colpevole di conversione con mezzi fraudolenti. Il nuovo decreto anti-conversione draconiano è uno strumento per i gruppi di attivisti della maggioranza per presentare falsi reclami per perseguitare la minuscola comunità cristiana. Il decreto è deliberatamente usata da gruppi di destra e di interesse costituiti per sfruttare le tensioni già esistenti nelle comunità, nelle quali i cristiani sono un gruppo di minoranza".