In Egitto "i militari vogliono l'ordine, ma temiamo nuovi attacchi anti-cristiani"
Il Cairo (AsiaNews) - "Vi potrebbero essere nuovi attacchi contro i cristiani in occasione della prima seduta del processo contro l'ex presidente Mohamed Morsi, previsto per il 4 novembre". È quanto afferma p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, che ad AsiaNews esprime a titolo personale i suoi timori per un'ondata di violenze simili a quelle avvenute in tutto il Paese fra il 14 e il 17 agosto scorso.
Per il sacerdote il clima di caos frutto delle mobilitazioni degli islamisti ha peggiorato la situazione della minoranza cristiana. Lo scorso 20 ottobre la chiesa della Vergine Maria di Al-Warraq è stata bersagliata da raffiche di mitra durante una festa di matrimonio. Nell'attacco sono morte 5 persone, fra cui una bambina di soli otto anni. P. Greiche fa però notare che "le autorità sembrano risolute a riportare la sicurezza e il controllo nel Paese".
In vista del processo contro l'ex presidente Morsi deposto lo scorso 30 giugno dopo una mega manifestazione a cui hanno partecipato oltre 30 milioni di persone, oggi la polizia ha arrestato Essam el-Erian, vice-presidente di Giustizia e Libertà, braccio politico dei Fratelli Musulmani. El-Erian era latitante dallo scorso luglio. L'arresto del vice- presidente del partito islamista giunge pochi giorni dopo le dimissioni di Mohamed Amin Fahmi al-Qarmouty, il giudice incaricato del processo contro Mohamed Badie, guida suprema della Fratellanza, il suo vice Kairath al-Shater e Rashad Bayoumy. Al-Qarmouty ha giustificato la sua mossa sostenendo che "la corte ha deciso di ritirare di dimettersi perché si sente a disagio", una frase che fa riflettere sul potere intimidatorio degli islamisti.
P. Greiche nota inoltre che la polizia ha ripreso il controllo dell'Università di al-Azhar, da giorni occupata da migliaia di studenti e teppisti. "Essi - racconta il portavoce della Chiesa cattolica - hanno sequestrato il rettore dell'ateneo grazie all'appoggio di miliziani che hanno distribuito coltelli, spranghe e sassi". Per la prima volta in tre anni di continue manifestazioni, il sit-in è stato sgomberato senza gravi incidenti, ma il clima resta teso.
Finora i pochi di tentativi pacifici di risposta al clima di caos non giungono dalle istituzioni, ma proprio dalle stesse minoranze perseguitate. Lo scorso 27 ottobre i cristiani di al-Warraq hanno sfidato il clima di odio e il rischio di nuovi attacchi islamisti, riunendosi nella chiesa della Vergine Maria e di San Michele Arcangelo per celebrare il matrimonio di sei giovani coppie. Per l'arcivescovo copto-ortodosso Dawood Ibrahim il gesto è un segno di speranza per tutti i cristiani egiziani scioccati dall'attacco del 20 ottobre, quando due uomini a bordo di una motocicletta hanno sparato sulla folla riunita in chiesa per uno sposalizio. "Fino a un mese fa - ha affermato il prelato nell'omelia - scoraggiavo le coppie a sposarsi tutte insieme, come vuole la tradizione copta-ortodossa, per evitare incidenti con gli islamisti, ma ho cambiato idea dopo l'attentato del 20 ottobre. Oggi queste celebrazioni sono un segno dell'unità dei cristiani che non hanno paura né delle armi né delle minacce".