Imprenditore cristiano regala una moschea per il Ramadan intitolata a Maria
Saji Cheriyan è un imprenditore del Kerala. Nel 2003 si è trasferito nel regno per affari. Nel complesso residenziale East Ville dell’emirato di Fujairah vivono centinaia di lavoratori musulmani. “Sono cresciuto vedendo le comunità che vivono insieme in estrema armonia”.
Abu Dhabi (AsiaNews/Agenzie) – Una moschea per il Ramadan: è il regalo di un imprenditore cristiano a centinaia di lavoratori musulmani negli Emirati arabi uniti. Lo scorso anno Saji Cheriyan, 49 anni di origini indiane, ha iniziato la costruzione del luogo di culto nel complesso residenziale East Ville, nella zona industriale di Al Hayl a Fujairah, uno dei sette emirati. L’edificio è pronto ad ospitare circa 250 fedeli all’interno e altri 700 nel cortile esterno, riuniti in preghiera per il Ramadan, mese sacro di preghiera e digiuno che è iniziato ieri sera. Per quanto riguarda il nome, l’imprenditore ha scelto quello di Mariam, Umm Eisa (Maria, Madre di Gesù), dopo che nel 2017 un’altra moschea è stata intitolata a Maria.
Saji Cheriyan, di religione cristiana ortodossa, ha una moglie e due figli. Egli proviene dalla città di Kayamkulam, nello Stato del Kerala (India meridionale) e si è trasferito negli Emirati per affari nel 2003. A Gulf News racconta di essere arrivato nell'emirato con appena poche centinaia di dirhams [la moneta locale]. In 15 anni di permanenza il suo lavoro ha fronteggiato periodi positivi e di crisi.
Nel complesso di Al Hayl vivono centinaia di lavoratori di religione islamica. L’imprenditore riferisce di aver “preso la decisione di costruire una moschea dopo aver visto che i lavoratori erano costretti ad utilizzare il taxi per andare a pregare nella più vicina moschea. Per raggiungere la città di Fujairah o altre aree industriali, essi spendono almeno 20 dirhams. Per questo ho pensato che li avrei resi felici, edificando il luogo di culto vicino alle loro case”.
L’uomo riporta che i funzionari dell’Awqaf (Autorità generale per gli affari islamici e le sovvenzioni) “si sono sorpresi quando hanno saputo che sono cristiano e mi hanno offerto il loro sostegno”. Egli non crede di aver compiuto qualcosa di eccezionale. “Sono cresciuto – racconta – vedendo le comunità che vivono insieme in estrema armonia. Noi celebriamo le feste religiose in comune. Non giudico o tratto le persone in base alla loro religione, casta, colore della pelle o nazionalità”. Gli Emirati arabi uniti, conclude, “sono un altro esempio di armonia settaria e tolleranza”.
16/06/2017 09:53