28/07/2017, 12.35
FRANCIA-ISLAM
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Imam di Nimes: Se non si condanna l’islam politico, vi saranno ancora vittime come p. Hamel

Il dott. Hocine Drouiche chiede ai musulmani di “prendere la loro parte di responsabilità” negli attacchi terroristi. La marcia islamica contro il terrorismo ostacolata dai responsabili dell’islam in Francia. La maggioranza dei responsabili dell’islam in Francia e in Europa provengono dall’islam politico o lavorano per Paesi stranieri, che usano l’islam politico per le loro politiche.

Nimes (AsiaNews) - Se non si esclude l’islam politico, “il p. Hamel non sarà l’ultima vittima di questa follia”: è la forte denuncia del dott. Hocine Drouiche, algerino, imam di Nimes (Francia) e vicepresidente della Conferenza degli imam di Francia. Per lui, è questo islam politico, insegnato nelle moschee d’Europa, a spingere i giovani a “morire per Dio invece di vivere per fare del bene e aiutare gli esseri umani sulla terra”. Questo tipo di islam, rifiutato ormai da milioni di musulmani, rimane in piedi grazie al sostegno ad esso dato da Paesi “stranieri” (leggi: Arabia saudita, Qatar, Emirati, Turchia, ecc…), ma anche grazie alla compiacenza dei politici europei, desiderosi di fare affari con tali Paesi “stranieri”. Oltre a ciò vi sono tanti responsabili francesi dell'islam, compiacenti e troppo tranquilli: gli stessi che erano presenti al memoriale per l'anniversario dell'assassinio di p. Hamel, lo scorso 26 luglio. Per Drouiche, la riforma dell’insegnamento dell’islam è l’unica via per costruire un islam che contribuisca alla società europea. Senza di questo, “la sua crisi farà soffrire il mondo intero con esso”.

 

Da diversi secoli l’islam attraversa una profonda crisi teologica. Allo stesso tempo, mette il mondo intero davanti al problema grave del terrorismo. Dal Bataclan a Bruxelles, a Berlino, a Londra, a Saint-Etienne-du-Rouvray, il nome dell’islam è stato sempre presente in seno agli attentati terroristi.

Esso è divenuto come una scatola di giocattoli: all’interno dell’islam potete trovare quello che voi volete. Testi sulla tolleranza e il perdono esistono, ma esistono anche testi di violenza e di odio, in particolare nelle hadith e negli avvisi religiosi (fatwa).

Milioni di musulmani non si riconoscono più in questo islam politico, che si presenta pacifico e tollerante, ma che non può fare a meno della vittimizzazione e del conflitto, o dell’odio verso l’altro.

Migliaia di musulmani hanno vergogna di vedere la loro religione divenire un’ideologia di morte e di terrorismo.

La maggioranza dei responsabili dell’islam in Francia e in Europa provengono dall’islam politico o lavorano per Paesi stranieri che utilizzano la presenza dell’islam e dei musulmani come uno strumento politico nella gestione dei loro rapporti con i Paesi europei.

I musulmani europei erano sorpresi per l’ondata di terrorismo islamico che ha colpito le città dell’Europa. Essi non hanno potuto dare risposte rassicuranti ai cittadini europei. Questi attendevano una condanna chiara e forte da parte loro.

I testi di odio, l’assenza di riforme e l’immobilismo di molti imam e di responsabili dell’islam hanno incoraggiato in modo indiretto l’industria del terrorismo in nome dell’islam.

Questi responsabili non hanno esitato a:

1. combattere gli imam repubblicani che denunciavano con chiarezza gli attentati e che hanno visitato i luoghi degli attentati dopo il crimine, domandando ai governi di non riceverli e di non trattare con loro;

2. si sono rifiutati di visitare i luoghi degli attentati dicendo che l’islam non ha alcuna responsabilità;

3. si sono rifiutati di emettere una fatwa che condanna questi criminali come non musulmani;

4. hanno cercato di giustificare i crimini dei terroristi, citando la marginalizzazione e la discriminazione contro i musulmani nelle banlieues (periferie) della Francia e in alcuni Paesi europei;

5. essi non esitano a fare alleanze con gruppi islamisti conosciuti per il loro odio e la loro violenza in particolare verso gli ebrei e gli occidentali;

6. essi hanno escluso dalle moschee e dal lavoro gli imam tolleranti, cercando di discreditarli, utilizzando i loro Consigli riconosciuti dallo Stato: è il caso del Consiglio francese del culto musulmano, in Francia, che lancia una guerra senza pietà contro gli imam repubblicani.

Questa situazione non ha permesso d’inviare ai terroristi un messaggio forte, perché comprendano che il loro primo nemico sono gli stessi musulmani.

L’assassinio e lo sgozzamento del p. Jacques Hamel nella sua chiesa è stato l’atto più sconvolgente. Come hanno potuto fare ciò due giovani musulmani? Come sono arrivati a questo punto di odio e di cattiveria? Pregavano in una moschea? Ascoltavano un imam in particolare? In quale famiglia vivevano? Tutte queste domande non interessavano i responsabili dell’islam in Francia: nessuna riunione degli imam! Nessun studio serio è stato compiuto per comprendere questo crimine e tanti altri!

Quando abbiamo espresso queste domande, siamo stati licenziati dai nostri posti di lavoro; siamo stati accusati di essere collaborazionisti, traditori e sionisti! E quando abbiamo lanciato la marcia musulmana contro il terrorismo lo scorso 8 luglio, per inviare un forte messaggio di condanna contro il terrorismo e risvegliare i musulmani perché si prendano la loro parte di responsabilità, questi responsabili non hanno esitato a organizzare una conferenza stampa a Parigi per denunciare la nostra azione e insultarci! Ciò che stupisce è che questi responsabili sono quelli che il presidente della repubblica ha invitato a partecipare al memoriale nel luogo dove è stato assassinato il p. Hamel (che Dio lo abbia in gloria).

Questo discorso doppio non rassicura più le società europee. Esse non hanno più fiducia nell’islam politico e nell’islam in sé stesso. Tale islam non può prendere un posto importante nella scena europea se non rassicura la maggioranza della popolazione locale, che comincia a farsi domande sulla propria cultura e sui valori europei.

Con il clientelismo di certi politici e con simili imam e responsabili musulmani che mancano di coraggio, l’islam che oggi perturba il mondo intero non sarà riformato nemmeno domani.

Ho paura che ciò non avverrà molto presto e che il p. Hamel non sarà l’ultima vittima di questa follia di islam politico vittimista, che non cessa di fabbricare giovani che vogliono morire per Dio invece di vivere per fare del bene e aiutare gli esseri umani sulla terra.

Se l’islam non cambia la propria visione sulla vita e quella [che hanno] i non musulmani, dovrà soffrire sempre. La sua crisi farà soffrire il mondo intero con esso. Conserviamo la speranza, ma purtroppo la soluzione non verrà domani perché la crisi dell’islam è grave, antica e profonda.

A renderla più difficile vi è il fatto che la maggioranza dei responsabili dell’islam sono sotto l’influenza dei Paesi stranieri; inoltre, la maggioranza dei musulmani si considerano vittime e il colpevole è l’occidente che non ama l’islam e lo vorrebbe distruggere!

L’islam politico manipola i musulmani utilizzando la teoria del complotto e la vittimizzazione, denunciando il terrorismo, quando è proprio questo a spingere all’odio e alla crudeltà. Le anime degli innocenti [uccisi] a Parigi, Bruxelles, Berlino, Manchester, Tolosa, Londra, e l’anima santa di p. Hamel resteranno testimoni eterni contro la barbarie, ma anche contro tutti i complici.

 

 

(*) Imam di Nimes, vicepresidente della Conferenza degli imam di Francia

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