Imam di Jakarta contro i kamikaze e l’islam radicale
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – La grande maggioranza degli imam delle moschee di Jakarta sono contrari agli attentati suicidi, sostengono l’unità nazionale e credono che la democrazia sia il modello migliore di governo. È quanto emerge da una inchiesta condotto dal Center for the Study of Religion and Culture (Csrc) dell’Università islamica di Stato Syarif Hidayatullah, tra il novembre 2008 e il gennaio 2009. L'inchiesta prende in esame le opinioni di 250 imam delle moschee della capitale indonesiana.
Secondo lo studio pubblicato ieri dal Jakarta Post, l’88% degli imam approvano la Pancasila (l’idea alla base dello stato indonesiano) e sostengono la Costituzione promulgata nel 1945; il 74,8% concorda che la democrazia è il miglior modello di governo per l’Indonesia. “Tuttavia emerge una sorta di divisione della personalità – sottolinea Sukron Kamil, ricercatore del Csrc – tra i capi delle moschee. Come cittadini difendono il concetto di laicità dello Stato, ma come musulmani vorrebbero l’introduzione della legge islamica”.
Solo il 31% concorda sull’applicazione della Sharia, mentre il 56% è contrario e il 13% non risponde. Il 74% degli imam dice di non opporsi a un governo che rifiuta di utilizzare la legge islamica, mentre il 14% è pronto a combattere per la sua introduzione. Un altro valore significativo è che il 74% è contrario all’idea che il Jihad implichi una vera e propria guerra.
“Alla domanda se la violenza è un mezzo lecito – riferisce Ridwan Al Makassary, coordinatore delle ricerche del Csrc – per condurre la popolazione sulla retta via, l’89% risponde di rigettarla; il 9% la approva e il rimanente 2% dice di essere indeciso”. Il 75% degli imam rifiutano l’idea che gli attacchi suicida siano da considerare Jihad, mentre solo il 9% dice di sostenerli.
“In generale, la maggioranza delle moschee di Jakarta abbraccia un islam moderato – conclude Ridwan – sebbene vi sia una piccola frangia che tende a promuovere l’idea di un islam più radicale”.