05/07/2011, 00.00
TURCHIA-GERMANIA
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Il vice-cancelliere tedesco: Ankara si decida a riaprire la Scuola teologica di Chalki

di NAT da Polis
La visita di Guido Westerwelle alla scuola del Patriarcato ecumenico, chiusa da 40 anni, viene vista come una richiesta al governo turco di passare dalle parole ai fatti, rendendo concrete le proclamazioni sul rispetto dei diritti umani e della libertà religiosa.
Istanbula (AsiaNews) – Per riaprire la Scuola teologica di Chalki (nella foto) non occorrono sofismi costituzionali, ma la volontà politica del governo turco. L’affermazione è del vice cancelliere e ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle, che ha compiuto lo scorso fine settimana una visita alla scuola teologica del Patriarcato ecumenico. E’ stata la visita politicamente più importante avvenuto all’istituto da quando è stato chiuso dallo Stato nel 1971, quaranta anni fa.

Già nel recente passato lo stesso autorevole esponente del governo tedesco aveva espresso la volontà di compiere una visita alla Scuola ed essa si è concretizzata ad un mese dalle elezioni politiche tenute in Turchia, che hanno visto la larga vittoria di Erdogan e alla vigilia della presentazione del nuovo governo. Elezioni politiche , fortemente volute da Erdogan con l’obiettivo di riuscire a riformare la Costituzione turca per darle un’impronta democratica, sul modello della UE. E di conseguenza anche concedere alle minoranze non musulmane quei diritti che sono stati limitati in passato dal vecchio establishment

Una visita, insomma, che assume importanti contorni perché, come ha sottolineato il giornale Taraf, Erdogan, con quasi il 50% del voto, ha ricevuto dal “popolo antiergenekon” (Ergenekon viene ritenuta la Gladio turca), come lo stesso giornale lo ha definito, un esplicito mandato di procedere alla pulizia della Turchia dai meccanismi dello Stato profondo, espressione del vecchio establishment, contrario alla civile tolleranza democratica e di conseguenza alla libertà di espressione delle minoranze non musulmane.

Le stesse dichiarazioni rese da Westerwelle - ricevuto dal metropolita Apostolos priore della Scuola e dal rev. Dositheos capo ufficio relazioni estere del Patriarcato ecumenico - alla fine della visita vanno inquadrate in questa visione, si commentava ad Istanbul. “Questa mia visita alla scuola teologica di Chalki - ha detto Wsterwelle -è molto importante , perché questo luogo costituisce parte di quella civiltà che è parte integrante della civiltà europea. Desidero che la mia presenza qui - ha continuato - dia coraggio e speranza e voglio esprimere, altresì, la mia volontà per la riapertura della Scuola di Chalki. E spero che presto questa splendida biblioteca, piena di inestimabili tesori, sia rimessa al servizio degli studenti”.

“Non occorrono - ha concluso il vice cancelliere - sottili giochi di ingegneria costituzionale, perché sia riaperta la scuola di Chalki. Occorre avere sincera volontà e magnanime flessibilità”.

Questa sua vista alla vigilia della presentazione del nuovo governo turco è stata interpretata dagli ambienti diplomatici come un segno che occorre passare ai fatti .
D’altronde lo stesso patriarca ecumenico Bartolomeo, alla vigilia delle elezioni politiche del 12 giugno, aveva sottolineato, in una intervista alla rivista turca di lingua inglese, Policy Quarterly, che effettivamente la situazione delle minoranze negli ultimi 5 anni è molto migliorata, ma è tempo della svolta anche in Turchia, per quelle concessioni di pieni diritti ai suoi cittadini non musulmani.

E proprio ieri il patriarca ecumenico Bartolomeo ha festeggiato, insieme ai suoi compagni di classe, i 50 anni da quando ha preso la licenza della scuola teologica di Chalki, dichiarando: “preghiamo perché sia eliminata un’ingiustizia perpetrata ai danni del mondo civile”.

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