13/01/2018, 09.56
FILIPPINE
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Il vescovo di Marawi ritorna nella cattedrale devastata dalle violenze

“È stato straziante”. Mons. Dela Peña guida una preghiera intorno all’altare della chiesa dissacrata dai terroristi. Fondamentale la riconciliazione tra cristiani e musulmani. La Chiesa cattolica presta aiuto alla popolazione colpita dal conflitto con un programma di assistenza.

Marawi (AsiaNews/CbcpNews) – Mons. Edwin dela Peña, vescovo di Marawi (isola di Mindanao), è entrato ieri per pregare all’interno della cattedrale di St. Mary per la prima volta dal maggio 2017,  quando un gruppo terrorista legato allo Stato islamico (Is) si è impossessato della città, dando inizio ad un assedio durato cinque mesi.

I militanti dei gruppi terroristici Maute e Abu Sayyaf avevano attaccato la cattedrale nelle prime ore degli scontri che hanno devastato il capoluogo della provincia meridionale di Lanao del Sur. L’edificio, liberato lo scorso 28 agosto dalle Forze armate filippine, è gravemente danneggiato per la dissacrazione compiuta dai terroristi, che ne avevano pubblicato un video. Durante l’attacco, i militanti islamisti avevano anche rapito alcuni fedeli ed il vicario generale della chiesa, p. Teresito “Chito” Suganob, tenuto in ostaggio per quattro mesi.

Il vescovo ha dichiarato che è stata una giornata “molto emozionante”, per lui che solo l’altro ieri e dopo alcuni tentativi falliti è stato in grado di visitare le rovine del centro città e la cattedrale. “È stato straziante – racconta mons. Dela Peña – Così tanti ricordi. Siamo stati noi a costruirla. Ora, tutto è distrutto, anche gli alberi che abbiamo piantato sono stati crivellati da proiettili e mortai”.

Insieme ad alcuni funzionari dell'Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) e dell'Ordine di Malta, il vescovo di Marawi si è recato nell’epicentro degli scontri tra le forze governative ed i terroristi. A un certo punto, ha chiesto alla delegazione di radunarsi in cerchio intorno all'altare, tenendosi per mano ed ha poi guidato un momento di riflessione e preghiera.

I combattimenti a Marawi hanno causato la morte di almeno 1,131 persone, tra cui 919 militanti e 165 tra soldati e poliziotti. La “città islamica delle Filippine”, che un tempo ospitava circa 200mila persone, è stata quasi completamente rasa al suolo dai bombardamenti delle forze aeree.

Mons. Dela Peña, che ha varato “Duyog Marawi”, un programma finalizzato alla ricostruzione, alla guarigione ed alla promozione della pace nella città distrutta dal conflitto, ribadisce che al momento la priorità è migliorare le relazioni interreligiose e sollievo ai residenti traumatizzati. La ricostruzione della cattedrale è importante, ma forgiare la pace, legami più forti e riconciliazione tra cristiani e musulmani è fondamentale.

“Mi sento fiducioso che le persone ci aiuteranno a ricostruirla. Tuttavia, la mia priorità non è l'edificio ma i bisogni della comunità”, afferma il vescovo. Ad aiutare il programma lanciato dalla prelatura vi sono sacerdoti, suore, laici che lavorano per la Caritas, ma la maggior parte dei volontari sono giovani musulmani di Marawi. Negli ultimi tre mesi, questi volontari hanno raggiunto le comunità colpite dalla guerra e gli sfollati interni, prestando loro assistenza e conforto.

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