Il "sovrano" kazako Nazarbayev verso la quinta rielezione
Astana (AsiaNews) - È in corso in queste ore ad Astana il XVI Congresso del partito Nur Otan che nominerà il candidato ufficiale alle prossime elezioni politiche anticipate del 26 aprile. Secondo gli analisti sarà, ancora una volta, l'attuale Presidente del Kazakhstan, Nursultan Nazarbayev. Presenti alla convention circa 2.000 persone, di cui 1.200 delegati provenienti da tutte le regioni del Paese. Se dovesse essere rieletto, come tutti si aspettano, sarebbe il quinto mandato per il politico 74enne, alla presidenza del più ricco Paese dell'Asia centrale fin dalla caduta del regime sovietico nel 1991.
Il 25 febbraio 2015 il Presidente del Kazakhstan Nursultan Nazarbayev ha tenuto un discorso televisivo alla nazione in cui ha annunciato nuove elezioni presidenziali anticipate, che si terranno il 26 aprile. Il capo dello Stato ha usato il suo diritto a indire elezioni anticipate, garantito dall'articolo 41 (comma 1-3) della Costituzione. L'articolo in questione è stato introdotto per la prima volta nella legislazione nazionale il febbraio 2011 - due mesi prima dell'ultima elezione presidenziale, anch'essa tenuta prima della naturale scadenza del mandato. Egli ha dichiarato: "Le elezioni sono il più importante atto costituzionale e patriottico. Dobbiamo svolgerle in conformità alla legge, in modo aperto e trasparente, con la più ampia partecipazione possibile degli osservatori interni e internazionali" [Newskaz.ru, Akorda.kz, 25 febbraio].
L'attuale mandato di Nazarbayev sarebbe dovuto terminare alla fine del 2016, mentre il suo precedente incarico sarebbe dovuto inizialmente finire a dicembre 2012. Ma, a seguito di una campagna nazionale organizzata dall'associazione "Kazakhstan 2020", nel gennaio del 2011 entrambe le camere del Parlamento hanno votato una risoluzione congiunta in cui si richiedeva al presidente di organizzare un referendum popolare. Lo scopo del referendum era quello di estendere il suo mandato presidenziale fino al 2020 senza tenere alcuna elezione. Dopo una ondata di pesanti critiche da parte dei Paesi occidentali, il presidente ha posto il veto a tale iniziativa e ha deciso di indire una elezione anticipata - grazie alla nuova prerogativa conferita dalla rapida approvazione dell'emendamento costituzionale [Lenta.ru, 2 febbraio 2011; Inform.kz, 1 febbraio 2015; Kursiv.kz, 16 gennaio 2011].
Come è avvenuto quattro anni fa, anche l'ultima iniziativa di tenere rapide elezioni proviene ufficialmente dal basso. Infatti il 14 febbraio 2015 l'Assemblea del popolo del Kazakhstan, un organo consultivo fondato nel 1995 e presieduto dallo stesso Nazarbayev, ha pubblicato una dichiarazione in cui si richiede un nuovo voto anticipato a causa dell'attuale contesto economico segnato da una crescente instabilità e delle tensioni geopolitiche in cui versa il contesto regionale del Kazakhstan. L'Assemblea ha dichiarato: "Per far navigare con successo il nostro Paese fuori dalla tempesta della seconda crisi finanziaria dal 2008, noi dobbiamo rinnovare il mandato di Nursultan Nazarbayev, per il bene della stabilità interna e dell'unità nazionale". Nello stesso giorno il partito Nur Otan, attualmente al governo (con 83 membri su 107 in Parlamento) e presieduto sempre dal presidente, ha espresso pieno appoggio alla proposta dell'Assemblea del popolo, seguito a breve distanza dagli altri due partiti che hanno rappresentanze parlamentari: il partito Comunista (7 membri) e Ak Zhol (8 membri) [Tengrinews.kz, Matritca.kz, 14 febbraio].
Entrambe le camere del Parlamento hanno poi votato durante la settimana successiva per abbreviare l'incarico di Nazarbayev. Il presidente del Senato, Kassym-Zhomart Tokayev, ha posto la questione al Consiglio Costituzionale circa "l'esistenza di ostacoli per l'elezione presidenziale anticipata". E, infine, il 25 febbraio il Consiglio ha sgomberato ufficialmente la strada alle nuove elezioni confermando l'illimitato diritto costituzionale del presidente a decidere in ogni momento. Diritto di cui Nazarbayev si è avvalso il giorno dopo.
Mentre il Presidente non ha ancora annunciato la sua candidatura, l'imminente congresso straordinario del partito Nur Otan quasi sicuramente nominerà l'attuale presidente come il suo candidato ufficiale. Nel frattempo, si è svolto il congresso del partito Comunista del popolo del Kazakhstan, che ha eletto come suo candidato ufficiale Turgun Syzdykov, segretario del comitato centrale del partito [Newskaz.ru, 4 marzo; Forbes.kz, 25 febbraio; News.nur.kz, 19 febbraio].
Durante le precedenti elezioni presidenziali dell'aprile 2011 Zhambyl Akhmetbekov, lo sfidante comunista, ha ottenuto l'1,36% dei voti, posizionandosi subito dopo il presidente del partito dei Patrioti, Gani Kassymov, che ha guadagnato l'1,94% del consenso popolare. Kassymov ha deciso di non ripresentarsi a questa nuova tornata elettorale. Un altro politico con qualche interesse al compito presidenziale, di basso profilo e con uno stile proprio, è Mels Eleusizov, il capo del movimento ambientalista Tabigat, che ha già corso nelle elezioni del 2005 e del 2011. Ma in entrambi i casi egli ha ottenuto il peggior risultato, rispettivamente lo 0,28 e l'1,15% dei voti.
Il presidente in carica, Nazarbayev, ha vinto entrambe le elezioni con un risultato schiacciante: 91,15% nel 2005 e 95,55% dei voti nel 2011. Con tutta probabilità, Nazarbayev correrà per la rielezione anche questa volta. Lo scenario più plausibile finora è che il presidente in carica raccoglierà fino al 95% di tutti i voti espressi [vlast.kz, 16 febbraio; election.kz, 5 aprile 2011; election.kz, 6 dicembre 2005].
Tra le motivazioni che spingono Nazarbayev a rinnovare di altri cinque anni il suo mandato, vi sono le pessime prospettive economiche che prevedono un peggioramento nei prossimi anni. Ai calcoli di Astana contribuisce anche la minaccia posta dalle rivendicazioni nazionaliste della Russia nei confronti della grande regione dell'Asia Centrale. Secondo gli esperti, il prodotto interno lordo del Kazakhstan quest'anno sarà al di sotto del 2 percento, a causa della caduta del prezzo del petrolio da 100 dollari al barile nel 2014 a circa 60 dollari nel primo periodo del 2015. Al contrario, il PIL è cresciuto di 4,3 punti percentuali nel 2014 e di 6 punti nel 2013.
Queste fosche previsioni sono condivise anche da autorevoli organizzazioni internazionali come la Banca Mondiale e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD). A causa anche del rapido deprezzamento del rublo russo nei confronti del dollaro americano - avvenuto durante il 2014-, ci si aspetta che la Banca centrale del Kazakhstan possa attuare una nuova svalutazione della moneta nazionale (il tenge kazako), così come il governo ha fatto nel febbraio 2014 (svalutando la moneta del 19%) e nel febbraio 2009 (25%) [RIA Novosti, 25 gennaio; Inform.kz, 15 gennaio].
Per concludere, anche se si ipotizza che la rielezione di Nazarbayev possa aiutare il Paese a superare le incombenti crisi - economica e geopolitica - con meno danni rispetto ad uno suo ritiro nel 2016, tutto questo non risponde alla domanda chiave che si aggira nelle menti di molti kazaki: "Chi succederà al presidente di 74 anni?" Finora in realtà, Nazarbayev non ha mostrato alcun segno di voler lasciare il suo incarico.
(Per gentile concessione della Jamestown Foundation, traduzione a cura di AsiaNews)
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