Il re firma il decreto. Abhisit Vejjajiva è il nuovo premier della Thailandia
Bangkok (AsiaNews) – Oggi il re thailandese Bhumibol Adulyadej ha ratificato l’elezione di Abhisit Vejjajiva a primo ministro. Il monarca 81enne ha firmato il documento che sancisce l’insediamento del leader del Democrat Party, il quale dovrà ora formare la squadra di governo – la nomina è attesa per domani – e preparare il discorso programmatico. La firma del re è stata ripresa e diffusa dalle televisioni del Paese, reduce da mesi di grave crisi politica e di scontri sociali.
Il neo-premier si è rivolto alla nazione affermando che la Thailandia è “la terra del sorriso, delle opportunità e della libertà”. “Riporterò la concordia – continua Abhisit Vejjajiva – basandomi sui principi della legge e della democrazia. Metterò fine ai conflitti e farò fare un balzo in avanti al Paese sia a livello politico che a livello economico”.
Il discorso di insediamento anticipa i molti problemi ancora pendenti e che il neo-premier dovrà affrontare. Partendo dalla grave crisi economica, acuita dalla tempesta finanziaria mondiale che si riflette in un calo delle esportazioni e nell’abbassamento degli affari legati alla vendita dei prodotti agricoli. La chiusura di alcuni siti industriali ha causato la perdita di un milione di posti di lavoro, ma secondo stime ufficiali i disoccupati nel 2009 potrebbero toccare quota 3 milioni.
Al primo ministro toccherà anche l’arduo compito di riportare armonia e concordia sociale: non era mai successo prima d’ora che i colori – rosso per i simpatizzanti dell’ex premier in esilio Thaksin Shinawatra, giallo per i membri dell’Alleanza popolare per la democrazia che hanno guidato le rivolte anti-governo dei mesi scorsi – fossero fonte di divisione e una minaccia per la popolazione. A questi si aggiunge il progetto di revisione della Costituzione che sia il più possibile condiviso e il rafforzamento della legalità mediante l’applicazione rigorosa della legge. Da ultimo è necessario riportare la fiducia e l’ottimismo fra la gente, incentivare la spesa e dare nuovo impulso all’economia.
La grave crisi politica attraversata dalla Thailandia negli ultimi mesi – cinque diversi premier in poco più di due anni, occupazione per mesi degli edifici governativi, i due aeroporti della capitale bloccati per diversi giorni dai manifestanti – spinge la classe politica e i vertici militari “all’unità e alla concordia nazionale”. Chuan Leakpai, consulente del Democrat Party, invita Abhisit Vejjajiva a “governare con giustizia” perché più del problema economico, il vero pericolo è la situazione di “profonda divisione nella società thailandese: essa va affrontata con pazienza, ma le avversità potranno essere da ultimo risolte”. I rappresentanti del partito di opposizione Pheu Thai dicono di “accettare la decisione del parlamento e di aprire un tavolo di discussioni con il nuovo governo dopo la presentazione del discorso programmatico”. I vertici industriali del Paese chiedono una pacificazione sociale che sia da stimolo alla rinascita dell’economia: “Tutti desiderano vivere – è l’augurio di Santi Vilassakdanon, presidente della Confindustria thailandese – in una nazione che sia in pace. Migliorare la fiducia e stimolare l’economia saranno questioni di primaria importanza”.
Dal fronte militare la promessa di “non interferire nelle faccende politiche” e l’auspicio che la recente crisi “serva dal lezione a tutti”. Anche i media legati all’esercito reale Thai promuovono i valori “dell’unità e della concordia”, riportando a più riprese frasi o dichiarazioni del re Bhumibol Adulyadej. Il programma Ru Rak Thai, trasmesso da Tv Channel 5, ha mandato in onda il discorso di insediamento del monarca nel 1950 in cui diceva di ispirarsi ai valori del Dhamma – gli insegnamenti del Buddha, ndr – e un appello del 1979 in cui sottolinea la “responsabilità comune di tutti i cittadini” che sono chiamati a “svolgere il proprio compito” con “onestà”.
Dai rappresentanti del sud del Paese arriva invece la richiesta di garanzie sul prezzo della gomma, il cui valore è crollato nelle ultime settimane passando da 70 bath (pari a 2 dollari Usa) a 20 bath al chilogrammo. Il Democrat Party dovrà inoltre prestare molta attenzione “al clima di irrequietezza generale” che traspare nel meridione: non si esclude che il malcontento possa sfociare in nuove proteste tali da causare gravi problemi in materia di sicurezza interna.