11/02/2004, 00.00
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Il presidente licenzia ministri e indice nuove elezioni

Colombo (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente Chandrika Kumaratunga ha licenziato 39 fra ministri e vice-ministri del governo, capeggiato dal suo rivale politico. Sabato 7 febbraio il presidente aveva sciolto le camere e ha indetto elezioni anticipate per il prossimo 2 aprile. Le scelte di Kumaratunga hanno suscitato l'opposizione del Primo Ministro Ranil Wickremesinghe, e della minoranza Tamil. In 4 anni, è la terza volta che il paese è chiamato a votare. Il governo doveva restare in carica fino al 2007.

Le elezioni anticipate rischiano di causare una battuta d'arresto al processo di pace con i gruppi separatisti tamil, che dal 1983 combattono per l'indipendenza dei distretti a maggioranza tamil a nord ed est del paese.

Prima di sciogliere il Parlamento, Kumaratunga si è alleata con il Fronte di Liberazione Popolare, partito d'ispirazione maoista, che si oppone a qualsiasi concessione al gruppo separatista. Secondo alcuni, con la mossa delle elezioni, Kumaratunga tenta di eliminare il suo ingombrante primo ministro, anche se i motivi ufficiali sono quelli di "smuovere lo stallo del processo di pace".

Dopo la sconfitta alle urne nelle ultime elezioni nel dicembre 2001, Kumaratunga, alla guida del partito di sinistra "Alleanza Popolare", ha dovuto dividere i seggi in parlamento con l'avversario Wickremesinghe, leader del Partito di Unità Nazionale. Lo scorso novembre, il presidente ha licenziato 3 ministri, accusando il premier di concedere troppo ai ribelli estremisti tamil. Tre giorni prima, le "Tigri Tamil" avevano presentato una proposta di ripartizione dei poteri, che secondo il presidente potrebbe portare a una divisione del paese.

Nel 1994, la neo-presidente Kumaratunga aveva proclamato il suo impegno per la pace e aveva varato i negoziati con i militanti tamil. Dopo il fallimento dei negoziati, e una serie di violenti attentati, Kumaratunga ha preso una linea dura, ordinando all'esercito la riconquista dell'isola settentrionale di Jaffna, roccaforte dei ribelli. Nel 1999 è riuscita a sopravvivere a un attentato.

Jehan Perera, direttore delle comunicazioni del National Peace Council, un organismo non partitico, ritiene che le prossime elezioni, con qualunque risultato, non aiuteranno la pace, ma se vincerà Kumaratunga i negoziati diventeranno comunque più difficili.

Giappone, Usa ed Europa, che sponsorizzano sussidi per 4,5 milioni di dollari, hanno chiesto al presidente di preparare un rimpasto del governo, invece di indire nuove elezioni che rischiano di ritardare ogni speranza di pace.

Lo Sri Lanka è un paese a maggioranza singalese (81,9%), con una discreta minoranza tamil (9,5%, compresi gli immigrati indiani). La sanguinosa guerra civile in 30 anni ha causato 70 mila morti e 800 mila profughi. (MR)

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