Il presidente di Taiwan visita le isole contese nel mar Cinese meridionale
Ma Ying-jeou, leader del Partito nazionalista, cederà la carica alla democratica Tsai Ing-wen nel maggio 2016. Dopo otto anni di distanza dalla questione, sceglie di visitare l’isola di Taiping nell’atollo delle Spratly, contese da Cina continentale, Vietnam, Malaysia, Filippine e Brunei. Gli Stati Uniti “scontenti” della decisione, Manila ricorda la “responsabilità comune” di evitare provocazioni.
Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Ma Ying-jeou, presidente uscente di Taiwan, ha visitato una delle isole contese nel mar Cinese meridionale e ha chiesto “uno sviluppo pacifico” della situazione regionale “sempre più tesa”. Ma, leader del Kuomintang, ha ignorato le critiche degli Stati Uniti e ha compiuto la visita insieme a circa 30 membri del suo staff. Il gruppo è salito su un C-130 che da Taipei è volato fino all’isola Taiping, nota anche come Itu Aba.
Questa si trova nel gruppo delle Spratly, area contesa da Cina continentale, Vietnam, Malaysia, Filippine e Taiwan. La città-Stato del Brunei reclama una porzione dell’area, ma non relativa alle isole. Al momento Taiping è di sicuro la più estesa dal punto di vista territoriale, ma la sua supremazia sta per finire: Pechino ha infatti iniziato la costruzione di una serie di isole artificiali che puntano a superarla in estensione. Qui la Cina ha già costruito piste di atterraggio e altre infrastrutture.
Tuttavia per ora Taiping rimane sotto la sovranità taiwanese: il governo di Taipei mantiene in maniera saltuaria circa 200 persone di stanza sull’isola fra cui personale di Guardia costiera, scienziati e medici. Nel corso della visita, Ma ha promesso “sviluppi” per l’isola: fra questi un ospedale da 10 letti e un faro. Il presidente, che a maggio cederà la carica alla democratica Tsai Ing-wen, ha parlato con la stampa da sotto un piccolo monumento nazionale taiwanese.
Il governo di Pechino, che ha collaborato da vicino con la presidenza Ma negli otto anni di mandato presidenziale, per ora non ha reagito a quella che molti analisti giudicano una studiata provocazione. Manila ha invece espresso “preoccupazione” per la visita: “Ricordiamo a tutte le parti coinvolte – ha dichiarato il portavoce del Dipartimento per gli Affari esteri – che abbiamo la responsabilità comune di evitare azioni che possano aumentare la tensione nel mar Cinese meridionale”.
Anche gli Stati Uniti, alleato chiave di Taiwan, hanno espresso “dispiacere” per la decisione di Ma. Mark Toner, portavoce del Dipartimento di Stato, ha dichiarato che la visita “potrebbe esacerbare le tensioni nell’area”. John Kerry, Segretario di Stato Usa, ha aggiunto durante la sua visita a Pechino che “tutte le parti in causa devono iniziare dei negoziati territoriali sulla base del diritto internazionale”.