Il presidente attacca: Pechino vuole rendere l’isola “invisibile”
Parlando agli uomini di affari taiwanesi che vivono all’estero, il presidente Chen Shui-bian ha affermato che la potenza economica di Taiwan le dà il diritto di essere riconosciuta dalla comunità internazionale con il proprio nome, e non con titoli e definizioni fasulle, imposte dalle pressioni di Pechino.
Taipei (AsiaNews/Agenzie) – La capacità economica di Taiwan le dà il diritto di unirsi alle organizzazioni internazionali con il suo proprio nome, e non quello artificiale che le è stato imposto dalla Cina continentale. Lo ha detto ieri il presidente dell’isola, Chen Shui-bian, parlando agli uomini di affari taiwanesi che vivono all’estero.
Chen ha sottolineato che “non si possono più accettare gli sforzi di Pechino, tesi a rendere l’isola invisibile, e per questo bisogna cercare di essere ammessi nelle Nazioni Unite con il nostro proprio nome, Taiwan. Non dobbiamo più nasconderci dietro termini e nomi fasulli”. Questo, ha concluso il presidente “è un diritto che non può essere negato o ristretto”.
Il discorso è stato pronunciato due settimane dopo la lettera inviata all’Organizzazione mondiale della sanità, in cui il governo di Taipei ha chiesto di essere accettato nella comunità internazionale con il nome di Taiwan, e non con il titolo di “entità sanitaria” che è stato usato fino ad ora.
Gli sforzi del governo democratico non si sono limitati a questo: da tempo, infatti, il presidente Chen ha fatto dell’affermazione dell’identità nazionale il suo cavallo di battaglia, proponendo l’isola come membro dell’Onu, dell’Oms e dell’Organizzazione mondiale del commercio.
Fino ad ora, però, gli sforzi sono stati vani: grazie alle pressioni di Pechino, infatti, la comunità internazionale – che pure accetta lo status quo attuale – non ha concesso all’isola alcun riconoscimento.
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