Il presidente Hu lodato dalle autorità e contestato dagli universitari
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – La visita del presidente cinese Hu Jintao in Giappone prosegue tra onori e affermazioni di amicizia, mentre continuano i commenti entusiastici sul memorandum per rapporti stabili firmato ieri insieme al premier nipponico Yasuo Fukuda. Hu è però stato contestato oggi dagli studenti all’università Waseda a Tokyo.
L'intesa raggiunta non ha precedenti: nell’unica altra visita ufficiale di un presidente cinese in Giappone, nel 1998 Jiang Zemin si rifiutò di siglare un comunicato congiunto col premier Keizo Obuchi, perché non conteneva le scuse giapponesi per le atrocità di guerra commesse in Cina. Al contrario, Hu parla di “un futuro migliore per le relazioni sino-giapponesi”.
Fukuda ha annunciato colloqui economici del massimo livello in autunno: i due giganti asiatici si aspettano reciproci vantaggi commerciali ed economici. A cominciare da un accordo per lo sfruttamento del gas del Mar Cinese Orientale, per il quale entrambi i leader hanno detto esserci stati “significativi progressi”.
Ieri, prima del summit, Hu ha ricevuto un benvenuto formale dall’imperatore Akihito, che la sera ha offerto un banchetto in suo onore. Ha incontrato i leader di cinque partiti politici.
Le parti sono state attente a non toccare temi problematici: Hu non ha ricordato le atrocità di guerra e Fukuda si è limitato a parole generiche per il problema tibetano e a domandare di riprendere dialoghi regolari sui diritti umani, senza però alcuna richiesta precisa. Nello “storico documento” nemmeno si parla di diritti umani, forse meno urgenti degli interessi economici. Del resto per anni Pechino ha parlato di “diritti umani” con altri grandi Paesi, compreso il Giappone, prima del deteriorarsi dei rapporti quando tra il 2001 e il 2006 è stato premier Junichiro Koizumi.
Oggi ci sono stati scontri tra polizia e studenti davanti all’uiniversità Waseda, dove Hu ha parlato di sviluppo, amicizia e cooperazione, ha invitato 100 studenti in Cina e ha giocato a ping pong. Ci sono stati molti cartelli con “Tibet libero” e “No panda, no ravioli avvelenati”, riguardo ai due panda “prestati” da Pechino in segno di amicizia e alle polemiche per i cibi cinesi tossici.
Il noto quotidiano Asahi di Tokyo oggi ha commentato che “non importa quante belle parole siano dette, ma se si realizzano in politiche reali”. (PB)
08/10/2021 08:48