13/05/2023, 11.04
INDIA
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Il partito del Congresso riconquista il Karnataka, battuta d'arresto per il Bjp

di Nirmala Carvalho

Pesantemente sconfitti nel voto per l'Assemblea legislativa locale i nazionalisti indù del premier Modi che cinque anni fa avevano conquistato la maggioranza. Gli elettori hanno bocciato l'ideologia identitaria perseguita con la legge anti-conversioni e quella contro il "love jihad". L'arcivescovo di Bangalore Machado: "Ora un governo che serva davvero la gente in modo laico".

Bangalore (AsiaNews) – Il Partito del Congresso ha riconquistato la maggioranza nelle elezioni locali del Karnataka, lo Stato meridionale dell’India dove si trova Bangalore. Si tratta di una battuta d’arresto per il Bjp, il partito nazionalista indù del premier indiano Narendra Modi che nelle precedenti elezioni del 2018 aveva ottenuto la maggioranza relativa, governando alla guida di una coalizione per gran parte della legislatura.

Lo spoglio è ancora in corso ma il Partito del Congresso nelle proiezioni è dato oltre i 130 seggi, abbondantemente sopra alla soglia dei 113 seggi necessari per avere la maggioranza assoluta nell’Assemblea. Il Bjp dovrebbe fermarsi sotto i 70 seggi, con un vistoso arretramento rispetto ai 104 ottenuti cinque anni fa. Il partito di Rahoul Gandhi riconquista così il governo locale in una sua roccaforte a un anno dall’appuntamento cruciale delle elezioni generali, in programma l’anno prossimo in India e nelle quali Modi cercherà di ottenere il suo terzo mandato consecutivo.

L’esito del voto in Karnataka è significativo anche perché tocca uno Stato indiano dove negli ultimi anni il Bjp ha cavalcato fortemente il tema identitario delle divisioni religiose. L’anno scorso il governo locale aveva fatto approvare la più dura delle leggi anti-conversione, suscitando lo sconcerto delle comunità cristiane locali. Parallelamente il capo del governo locale B.S. Yediyurappa aveva portato avanti in chiave anti-islamica la campagna contro il “love jihad”, mettendo nel mirino specificamente le conversioni religiose a motivo di matrimonio. Il voto di oggi appare una sconfessione anche di queste politiche identitarie contro i gruppi minoritari: dai primi indicatori emerge infatti che anche molti indù hanno voltato le spalle al Bjp.

“I risultati delle elezioni in Karnataka - commenta ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (GCIC), che ha sede proprio a Bangalore - sono la reazione del popolo ai mestatori d'odio e alle scorrettezze degli organi costituzionali a costo della vita della gente comune in India e dei valori democratici. Con gli attacchi mirati contro i cristiani da parte del Vishwa Hindu Parishad (VHP), nell'ultima campagna elettorale il Bjp ha silenziosamente spostato la narrazione politica dal vikas - il mantra dello ‘sviluppo’ - che aveva attirato gli elettori nella vittoria delle elezioni nazionali del 2014”.

“Modi ha tenuto più di 20 comizi in Karnataka, nei suoi incontri elettorali i vertici del BJP hanno affermato che qualsiasi azione contro il Bajrang Dal equivale a un insulto alla divinità di Hanuman. Ma agli occhi dei poveri la spinta della politicizzazione della religione si è ormai esaurita. Il Partito del Congresso, invece, ha cercato di mantenere la narrazione su questioni locali, tra cui l'aumento dei prezzi, la disoccupazione e la corruzione sotto il governo del BJP. Preghiamo perché il nuovo governo sostenga le garanzie costituzionali e difenda la libertà religiosa e i diritti umani in Karnataka”.

L'arcivescovo di Bangalore Peter Machado ha dichiarato ad AsiaNews: “Eravamo pronti ad accettare ogni risultato, rispettiamo tutti i governi che vengono eletti, ma poiché il Congresso ha ottenuto la maggioranza, diciamo che questa oggi è la volontà di Dio. Preghiamo affinché serva correttamente il popolo del Karnataka e governi in modo laico”.

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