Il parlamento kazako approva a tempo di record le leggi sulla libertà religiosa
Registrazione obbligatoria per tutte le comunità religiose, censura dei testi giudicati pericolosi per lo Stato e limiti alla costruzione di edifici di culto. Le modifiche erano state proposte lo scorso 5 settembre. Il senato inizierà la votazione entro due settimane.
Astana (AsiaNews/ F18) – Con una rapidità che non ha precedenti, la Camera bassa del parlamento kazako (Majilis) ha approvato lo scorso 21 settembre le proposte di legge sul controllo delle attività religiose nel Paese. Presentate lo scorso 5 settembre le nuove leggi sono passate con 98 voti su 107, senza alcuna modifica sostanziale, nonostante le critiche delle comunità religiose. Nei prossimi giorni verranno esaminati dal Comitato per la cultura la società e lo sviluppo del senato. Secondo fonti interne al parlamento la votazione ufficiale inizierà entro due settimane. Se approvata la legge entrerà in vigore nel 2012.
Le proposte di legge approvate dal parlamento prevedono la registrazione obbligatoria di tutti i gruppi religiosi. I gruppi non registrati o privi dei requisiti richiesti dalle autorità sono considerati illegali. Le religioni considerate idonee possono praticare il culto, ma il loro materiale, come ad esempio libri e testi delle prediche, sono sottoposte a censura. Per costruire o aprire nuovi luoghi di culto è necessaria l’approvazione del governo centrale e locale. Le leggi vietano anche qualsiasi forma di espressione religiosa nei luoghi pubblici e proibiscono alle donne musulmane di indossare il velo.
L’organizzazione F18 sottolinea che prima di procedere alla votazione il Majilis ha sentito solo il parere della comunità islamica e cristiana ortodossa, che hanno lo status di religioni tradizionali, e ha tenuto fuori dal dibattito cattolici, protestanti, testimoni di Geova e altre denominazioni islamiche. Il parlamento non ha nemmeno consultato l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Ocse), che già aveva molto criticato la legge del 2009 poi dichiarata incostituzionale.
A tutt’oggi la Costituzione Kazaka dichiara che nel Paese sono ammesse tutte le religioni in condizione di uguaglianza. Ma dal 1991 tutti gli emendamenti in materia sono stati restrittivi dei diritti di gruppi e singoli, in nome di esigenze di “sicurezza nazionale” e di “antiterrorismo islamico”, che non è chiaro come possano riguardare piccole chiese protestanti e cattolici. Di fatto sono vietate e punite con sanzioni tutte le attività religiose “non autorizzate”, anche riunioni di preghiera.
Le proposte di legge approvate dal parlamento prevedono la registrazione obbligatoria di tutti i gruppi religiosi. I gruppi non registrati o privi dei requisiti richiesti dalle autorità sono considerati illegali. Le religioni considerate idonee possono praticare il culto, ma il loro materiale, come ad esempio libri e testi delle prediche, sono sottoposte a censura. Per costruire o aprire nuovi luoghi di culto è necessaria l’approvazione del governo centrale e locale. Le leggi vietano anche qualsiasi forma di espressione religiosa nei luoghi pubblici e proibiscono alle donne musulmane di indossare il velo.
L’organizzazione F18 sottolinea che prima di procedere alla votazione il Majilis ha sentito solo il parere della comunità islamica e cristiana ortodossa, che hanno lo status di religioni tradizionali, e ha tenuto fuori dal dibattito cattolici, protestanti, testimoni di Geova e altre denominazioni islamiche. Il parlamento non ha nemmeno consultato l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Ocse), che già aveva molto criticato la legge del 2009 poi dichiarata incostituzionale.
A tutt’oggi la Costituzione Kazaka dichiara che nel Paese sono ammesse tutte le religioni in condizione di uguaglianza. Ma dal 1991 tutti gli emendamenti in materia sono stati restrittivi dei diritti di gruppi e singoli, in nome di esigenze di “sicurezza nazionale” e di “antiterrorismo islamico”, che non è chiaro come possano riguardare piccole chiese protestanti e cattolici. Di fatto sono vietate e punite con sanzioni tutte le attività religiose “non autorizzate”, anche riunioni di preghiera.
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