Il paradosso dell'olio di palma a Colombo
Pur avendo ufficialmente vietato nel 2021 la coltivazione dell'olio di palma per le conseguenze sull'ambiente, le grandi aziende impegnate in questo mercato continuano le loro attività nel Paese dove il consumo di questo ingrediente resta elevato. La misura finisce per scoraggiare l'introduzione di nuove varietà di piante che avendo un impatto più limitato sulle risorse idriche potrebbero rappresentare una soluzione del problema.
Colombo (AsiaNews) - Una nella mafia di grandi aziende che non guardano alle ricedute sull’ambiente. E un divieto generalizzato che alla fine danneggia solo le nuove coltura, ecocompatibili. Si può riassumere così il paradosso sull’olio di palma che sta vivendo lo Sri Lanka. Nel Paese vi sono 13mila acri di terreni coltivati da proprietari privati per questo scopo con l'obiettivo dichiarato di arrivare presto a 20mila. Questo nonostante nel 2021 l'Autorità Ambientale Centrale (CEA) avesse vietato la coltivazione dell'olio di palma a seguito di numerose denunce pubbliche. Ma le principali aziende continuano le loro attività su larga scala.
L'olio di palma è un ingrediente chiave di tanti prodotti alimentari. Attualmente, rappresenta il 75% del consumo di olio alimentare del Paese, mentre l'olio di cocco ne rappresenta solo il 25%. Tuttavia, le barriere legali che impediscono la creazione di nuove piantagioni che utilizzerebbero varietà di nuova concezione, potrebbero portare al collasso di queste industrie con lo Sri Lanka che potrebbe ritrovarsi a importare 500 tonnellate di olio di palma al giorno. Attualmente, il Paese produce il 30% del suo fabbisogno di olio di palma e, espandendo la coltivazione a 20mila acri, potrebbe arrivare al 50%. Le principali aziende produttrici e importatrici di olio di palma si stanno preparando a rifornirsi per il 45-50% del fabbisogno del Paese da fornitori in Indonesia e Malaysia.
Nel 2021 per affrontare il problema era stato nominato un comitato ristretto composto da rappresentanti del Ministero delle Industrie delle Piantagioni, della Facoltà di Agraria dell'Università di Peradeniya, dell'Istituto di Ricerca sulla Gomma dello Sri Lanka, dell'Autorità per lo Sviluppo e l'Ambiente di Mahaweli, dell'Istituto di Ricerca sul Cocco dello Sri Lanka e dell'Istituto Nazionale di Gestione delle Piantagioni. Nel processo sono stati coinvolti anche i principali stakeholder associati a questo tema.
Il nodo era affrontare i gravi costi ambientali di questa produzione. Nishantha Ratnaweera e Kanthi Alwis, esperti del settore agricolo, spiegano ad AsiaNews che “sulla base di casi di studio e di dati di indagine provenienti da aree rilevanti e di rapporti di ricerca internazionali, sono state valutate le coltivazioni di palma da olio su larga scala, che comportano minacce per le colture di piantagione tradizionali come il cocco, la gomma e il tè, al fine di coltivare varietà più sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale”. Secondo i risultati principali, una palma da olio matura ha un tasso di evaporazione e traspirazione di 500-600 litri al giorno durante la stagione secca e di circa 400 litri al giorno negli altri giorni. La coltivazione dell'olio di palma ha un impatto significativo sulle fonti idriche sotterranee, compreso il rapido esaurimento e il prosciugamento di pozzi e corsi d'acqua nelle aree di coltivazione durante la stagione secca”.
“Nel frattempo, nel 2021, l'Università di Peradeniya e l'Università di Moratuwa hanno condotto uno studio congiunto per determinare se la coltivazione dell'olio di palma potesse essere effettuata senza causare danni ambientali. La ricerca, completata nel 2023, ha portato all'introduzione di varietà ecosostenibili. Sebbene l'inquinamento e l'esaurimento dell'acqua siano stati in precedenza problemi dovuti alla coltivazione dell'olio di palma, queste nuove varietà sono state progettate per consentire il riutilizzo dell'acqua senza contaminazioni. I ricercatori hanno estratto i componenti idrosolubili dalla nuova varietà di olio di palma, hanno preparato un prodotto alimentare e hanno fatto evaporare l'acqua per convalidare il successo dell'esperimento. Tuttavia, lo Sri Lanka non ha ancora messo in pratica i risultati, mentre altri Paesi hanno iniziato a studiare i risultati della ricerca delle università srilankesi”.
Gli agronomi Amanda Pathiraja e Neville Dissanayaka sono del parere che “sebbene la ricerca condotta dalle università di Peradeniya e Moratuwa abbia reso popolari nuove varietà di olio di palma tra i coltivatori e avviato nuovi sforzi di coltivazione, il divieto totale di coltivazione dell'olio di palma finirà per spazzare via entro i prossimi 3-4 anni questa industria dal Paese. Di conseguenza, il Paese dovrà importare 500 tonnellate di olio di palma al giorno, con un costo stimato di 1 milione di dollari al giorno. Questo prodotto è molto richiesto dal mercato globale; la promozione di una coltivazione ecologica dell'olio di palma, è il modo più efficace per rafforzare l'economia nazionale”.
Foto: Flickr /CIFOR-ICRAF
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