Il papa visita la Casa “Dono di Maria”, delle suore di Madre Teresa
Città del Vaticano (AsiaNews) – Benedetto XVI ha scelto la Casa delle suore di Madre Teresa, affianco al Vaticano, come prima visita del 2008. L’occasione è il saluto alla superiora uscente, sr Mark e alla nuova Sr Agnes-Marie, ma più in profondità è per “rinnovare la … gratitudine alle suore, ai volontari e ai vari collaboratori” e manifestare la sua “vicinanza spirituale” ai poveri e senzatetto, uomini e donne “che in questa casa trovate amorevole accoglienza, ascolto, comprensione e un quotidiano sostegno sia materiale che spirituale”.
La Casa “Dono di Maria” è stata inaugurata nell’88 da Giovanni Paolo II e dalla beata Teresa di Calcutta ed è incastonata in un angolo del palazzo dell’ex Sant’Uffizio, dove ha lavorato per molti anni come prefetto l’allora card. Ratzinger. La Casa offre cibo quotidiano a centinaia di poveri uomini e donne, ospitalità per la notte a circa 70 donne e cure mediche per le donne, con un’infermeria.
Riferendosi al nome della casa, “Dono di Maria”, voluto da Madre Teresa, Benedetto XVI ha commentato: “Per chiunque venga a bussare alla porta, è … un dono di Maria sentirsi accolto dalle braccia amorevoli delle Suore e dei volontari. È ancora un dono di Maria la presenza di chi si ferma ad ascoltare le persone in difficoltà e a servirle con quella stessa attitudine che sospinse prontamente la Madre del Signore verso Santa Elisabetta. Che questo stile di amore evangelico suggelli e contraddistingua sempre la vostra vocazione perché, oltre all’aiuto materiale, possiate comunicare a quanti quotidianamente incontrate quella stessa passione per Cristo e quel luminoso ‘sorriso di Dio’ che hanno animato l’esistenza di Madre Teresa”.
Il papa della “Deus caritas est” ha poi aggiunto: “Amava dire Madre Teresa: è Natale ogni volta che noi permettiamo a Gesù di amare gli altri attraverso di noi. Il Natale è mistero di amore, il mistero dell’Amore. Il tempo natalizio, ripresentando alla nostra contemplazione la nascita di Gesù a Betlemme, ci mostra l’infinita bontà di Dio che, facendosi Bambino, ha voluto venire incontro alla povertà e alla solitudine degli uomini; ha accettato di abitare tra noi condividendo le nostre quotidiane difficoltà; non ha esitato a portare insieme a noi il peso dell’esistenza, con le sue fatiche e le sue preoccupazioni. E’ nato per noi, per restare con noi ed offrire a chiunque gli apre la porta del proprio cuore il dono della sua gioia, della sua pace, del suo amore. Nascendo in una grotta, perché non c’era posto per Lui altrove, Gesù ha conosciuto i disagi che molti tra voi sperimentano. Il Natale ci aiuta a comprendere che Iddio non ci abbandona mai e sempre ci viene incontro, ci protegge e si preoccupa di ciascuno di noi, perché ogni persona, soprattutto la più piccola e indifesa, è preziosa ai suoi occhi di Padre ricco di tenerezza e misericordia. Per noi e per la nostra salvezza Egli ha inviato nel mondo il suo Figlio, che nel mistero del Natale contempliamo come l’Emanuele, Dio-con-noi. Con questi sentimenti rinnovo a tutti voi i miei più fervidi auguri per il nuovo anno appena iniziato assicurandovi il mio quotidiano ricordo nella preghiera. E mentre invoco la materna protezione di Maria, Madre di Cristo e nostra, a tutti dono con affetto la mia Benedizione”.
Dopo aver visitato la mensa per gli uomini, il papa ha visitato alcune malate nell’infermeria e quindi ha incontrato in una chiesa vicina le Missionarie e i Missionari della Carità e i loro collaboratori laici. Dopo aver ricevuto un saluto scritto di Sr Nirmala Joshi, superiora generale dell’ordine, il papa li ha incoraggiati ad essere come i Magi che “venuti da lontano per adorare il Re-Messia”, ritornarono alle loro terre lontane. “Andate anche voi - ha concluso il pontefice - cari fratelli e sorelle, per le strade del mondo, seguendo l’esempio di Madre Teresa, testimoniando sempre con gioia l’amore di Gesù, specialmente verso gli ultimi e i poveri, e dal Cielo la beata vostra Fondatrice vi accompagni e protegga”.