Il nuovo Parlamento europeo visto da Pechino
Nell'analisi del voto il quotidiano semi-ufficiale Global Times esclude cambi di rotta da parte di Bruxelles nelle relazioni (tese) con la Cina. La tenuta di Ursula Von der Leyen dovrebbe portare alla riconferma della linea dura con Xi Jinping. Attese a giorni le decisioni sulla questione dei dazi nei confronti dei produttori di veicoli elettrici, su cui Pechino minaccia ritorsioni.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – L’odierna giornata che la Cina dedica alla festa delle Dragon Boat, ha rimandato a domani la reazione ufficiale del ministero degli Esteri di Pechino, nella consueta conferenza stampa quotidiana. Ma questo non vuol dire che nella Repubblica popolare cinese in queste ore il risultato del voto del Parlamento europeo non sia stato esaminato con particolare in attenzione. Proprio lo scontro con l’Unione europea sulle politiche commerciali, infatti, è stato uno dei temi dominanti nella politica estera cinese degli ultimi mesi. E a giorni sono attese le decisioni di Bruxelles sull’incandescente questione dei dazi ai produttori cinesi di veicoli elettrici, contro i quali Pechino minaccia ritorsioni.
Non a caso - la scorsa settimana, dalla Spagna - il ministro del Commercio cinese Wang Wentao aveva dichiarato che le misure protezionistiche non sono soluzioni praticabili ma un “pericoloso vicolo cieco”. Aggiungendo che “la Cina è disposta a discutere con l'Unione europea su questioni economiche e commerciali su un piano di parità e a partecipare a una concorrenza leale, sulla base di una cooperazione allargata”.
La domanda che ci si pone a Pechino, dunque è: quali effetti potranno avere su questa partita i risultati delle elezioni di ieri in Europa? Su questo tema il quotidiano semi-ufficiale di lingua inglese Global Times ha interpellato oggi alcuni politologi cinesi, che tendono a escludere grossi cambiamenti. Nonostante, infatti, l’affermazione dell’estrema destra in Francia e in Germania con la sconfitta del presidente francesce Macron e del cancelliere tedesco Scholz, i rapporti di forza tra gli schieramenti nel Parlamento europeo sembrano riconfermare il ruolo centrale della presidente uscente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, sostenitrice di una linea dura nei confronti della Cina di Xi JInping. E anche la principale sponda di Pechino nell’Unione europea, il premier ungherese Viktor Orban - che ha accolto poche settimane fa a Budapest il presidente cinese - pur avendo mantenuto la maggioranza nel suo Paese, ha subito un forte calo nei consensi.
Gli esperti interpellati dal Global Times commentano questi esiti sostenendo che avranno un impatto significativo sulle politiche europee in materia di immigrazione, sicurezza e transizione ecologica, “argomenti su cui l'opinione pubblica è per lo più insoddisfatta e sui quali le politiche dei partiti di destra hanno guadagnato punti”. Ma sulla politica estera - aggiungono - non c’è da attendersi grandi variazioni. In particolare il prof. Cui Hongjian, docente presso l’Accademia di studi sul Governo Regionale e Globale della Beijing Foreign Studies University, sostiene che “l'impatto sulle relazioni Ue-Cina dipenderà da come gli attuali problemi nelle relazioni saranno ulteriormente esacerbati o affrontati in modo adeguato”.
Il crescente conservatorismo nella politica europea - aggiunge ancora Cui - porterà a una posizione più protezionistica sulle questioni economiche e commerciali, con l'Ue che potrebbe tendere a porre maggiore enfasi sui propri affari interni e a dare priorità agli interessi nazionali in futuro. In generale, però - conclude l’accademico cinese citato dal giornale filo-governativo - “il risultato delle elezioni presidenziali statunitensi eserciterà un'influenza più diretta e maggiore sui legami con la Cina, rispetto a queste elezioni parlamentari”.
Va peraltro ricordato che il tema dei rapporti con Pechino è una delle questioni principali dell’agenda del vertice dei capi di Stato e di governo del G7 in programma dal 13 al 15 giugno in Puglia. E proprio Giorgia Meloni - presidente del Consiglio italiano, nonché una dei leader europei maggiormente premiati dall’esito delle urne nel voto di ieri - è poi attesa in luglio a Pechino per una visita guardata con particolare attenzione dagli osservatori internazionali, dopo la scelta di Roma di uscire dalla Belt and Road Initiative, mantenendo però ugualmente una forte partnership commerciale con la Cina.
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