Il neo prefetto You: 'A Roma nel segno dei martiri coreani'
Il vescovo di Daejeon scelto alla guida della Congregazione per il clero: "Il papa mi ha detto che è molto importante per la Chiesa universale avere nella Curia un secondo capo-dicastero proveniente dall'Asia. Se mi sarà dato un ruolo per organizzare la sua visita in Corea del Nord, farò del mio meglio".
Daejeon (AsiaNews) - “Come discendente della testimonianza dei nostri martiri, servirò con passione la Chiesa universale accanto al successore di Pietro”. Con queste parole mons. Lazzaro You Heung-sik ha commentato ai fedeli della sua diocesi di Daejeon la nomina in Vaticano a prefetto della Congregazione per il clero, annunciata dal papa l'11 giugno in concomitanza con la festa del Sacro Cuore di Gesù. Si tratta di un evento storico per la Chiesa della Corea, che proprio nell'anno in cui si celebrano i 200 anni dalla nascita di sant'Andrea Kim, il suo primo martire, vede per la prima volta un suo vescovo chiamato a guidare un dicastero vaticano.
Mons. Lazzaro You Heung-sik è stato elevato dal pontefice alla dignità di arcivescovo e prenderà il posto del card. Beniamino Stella nella congregazione che ha la responsabilità su 400mila sacerdoti e diaconi, e sui seminari. Il 69enne neo prefetto è originario di Nonsan, nella stessa diocesi di Daejeon. Qui è stato anche ordinato sacerdote nel 1979. Alla guida della sua diocesi dal 2005, nel 2014 ha accolto papa Francesco durante il suo viaggio apostolico in Corea del Sud in occasione della sesta Giornata della gioventù asiatica.
Nel suo ministero mons. You ha più volte visitato la Corea del Nord nell'ambito delle iniziative per la soliidarietà e la pace della Conferenza episcopale coreana e proprio nell'aprile scorso - dopo un suo incontro a Roma con il papa - aveva ribadito la volontà di Francesco di visitare Pyongyang. Interpellato sabato sull'argomento, ha detto che se in Vaticano “mi sarà dato un ruolo per organizzare la sua visita in Corea del Nord, farò del mio meglio per svolgere questa missione”.
Nella lettera ai fedeli, invece, il vescovo di Daejeong racconta le modalità attraverso cui - proprio in quell'incontro dell'aprile scorso - il pontefice gli ha prospettato la nuova nomina. Il presule coreano spiega di avergli obiettato di non sentirsi all'altezza, provenendo da una piccola diocesi dell'Asia e non conoscendo molte lingue. Ma il papa - scrive il nuovo prefetto della Congregazione per il clero - ha risposto che al Vaticano serve una persona sorridente, capace di creare comunione con gli altri. Inoltre - continua il presule riferendo le parole di Francesco - nella Curia vaticana c'è solo un capo-dicastero proveniente dall'Asia e il fatto che mons. You venga scelto da questo continente è molto importante per la Chiesa universale. L'altro asiatico già a capo di un dicastero vaticano è il card. Luis Antonio Tagle, prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli.
Il presule racconta di essere rimasto scosso da questa richiesta, ma di essersi lasciato guidare dall'obbedienza. “Farmi carico di questo importante e difficile compito - scrive ancora mons. You - legato alla formazione e alla vita del clero nella Chiesa cattolica è la nuova volontà di Dio per me. Andremo avanti con i preti di tutto il mondo nella riforma del sacerdozio. Sapendo che il detto secondo cui senza il rinnovamento del clero non c'è rinnovamento della Chiesa è sempre valido”. Ai fedeli di Daejeon l'arcivescovo chiede infine di pregare affinché, concluso questo ministero, possa tornare nella sua diocesi come un semplice cristiano facendo proprie le parole della lettera a Timoteo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede” (2 Tim 4,7).
Anche il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha voluto sottolineare l'importanta della nomina in Vaticano di mons. You con un telegramma inviato all'arcivescovo dalla Gran Bretagna, dove si trovava per il summit G7. “Sono sicuro - ha scritto Moon - che, come recita il suo motto episcopale Lux Mundi, lei sarà una luce per un mondo senza discriminazioni dove i poveri sono confortati. E nutro anche grandi aspettative, conoscendo il suo sforzo straordinario per la pace nella penisola coreana”.
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