Il mondo si inchina davanti a Nelson Mandela
Hong Kong (AsiaNews) - La morte di Nelson Mandela, il leader anti-apartheid che ha portato alla liberazione del Sudafrica e alla riconciliazione del Paese, ha colpito tutto il mondo. Statisti, Premi Nobel, prigionieri di coscienza hanno espresso la loro partecipazione al lutto del Sudafrica.
Mandela, che era malato da tempo ai polmoni, è morto ieri sera verso le 21, all'età di 95 anni. Il suo decesso è stato annunciato dal presidente Jakob Zuma con le parole: "La nostra nazione ha perso il suo figlio più grande".
Il suo alleato di tante lotte, l'arcivescovo anglicano Desmond Tutu, ha commentato la morte del leader dicendo che "Dio è stato buono con noi in Sudafrica dandoci Nelson Mandela come presidente in un momento cruciale per la nostra storia". Riferendosi alla fine dell'apartheid e al nuovo Sudafrica nato nel '90 senza spargimenti di sangue, ha aggiunto: "A una nazione divisa [egli] ha insegnato a vivere insieme".
Il segretario dell'Onu, Ban Ki-moon, lo ha definito "un gigante della giustizia e un uomo concreto per ispirazione... Molti nel mondo sono stati influenzati dalla sua lotta disinteressata per la dignità umana, l'uguaglianza e la libertà".
Mandela, primo presidente nero del Sudafrica, nel 1993 ha vinto il Premio Nobel per la pace insieme a FW de Klerk, l'ultimo presidente bianco del Paese. De Klerk, che nel 1990 ha liberato Mandela dalla lunga prigionia, lo ha definito "un unificatore" e una persona che - nonostante quanto abbia subito - "mancava di amarezza".
Aung San Suu Kyi, un altro Premio Nobel per la pace, come Mandela ha passato molti anni in prigionia. Per lei Mandela "è stato un grande essere umanio che... ci ha fatto comprendere che possiamo cambiare il mondo".
Il Dalai Lama, anch'egli Premio Nobel, ha dichiarato che sentirà la mancanza di un "caro amico". "Il miglior tributo che possiamo offrire per lui - ha aggiunto - è fare tutto il possibile per onorare l'unità dell'umanità e lavorare per la pace e la riconciliazione, come lui ha fatto".
Curiosamente, nel coro degli elogi, la Cina si trova fianco a fianco con il Dalai Lama. Hong Lei, portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, ha detto che Mandela "non è solo guardato come 'il padre della nazione' sudafricana, ma ha anche guadagnato il rispetto e l'amore della gente in tutto il mondo" e ha aggiunto che proprio Mandela ha dato uno storico contributo allo sviluppo delle relazioni Sino-Sudafricane.
Va detto che Mandela - insieme a Tutu e molti altri premi Nobel - hanno spesso perorato la causa del Tibet e di altri dissidenti cinesi, come Liu Xiaobo, ma si sono scontrati con la sordità del regime cinese.
Su uno dei tanti post disseminati su internet, si legge: "Un grande uomo è morto. Mandela è grande perché ha continuato a combattere su una via non violenta, pur di fronte a un mondo ingiusto; dopo essere salito al potere, ha promosso la riconciliazione e non la vendetta fra differenti gruppi etnici; egli si è anche allontanato dal potere... Era un uomo con un reale senso della sua missione - il tipo di persona che manca nella Cina attuale".