"Il messaggio del Papa sulla libertà religiosa, fondamentale per lo Sri Lanka"
In Sri Lanka ci sono quattro religioni principali: buddismo (praticato dalla maggioranza della popolazione), islam, induismo e cristianesimo. La Costituzione, approvata nel 1978, ha un capitolo speciale che assegna uno spazio preciso alla religione della maggioranza. Nessuna persecuzione è inflitta in maniera esplicita alle minoranze religiose. Tuttavia, anche se non è detto espressamente dalla legge, non credo che le minoranze razziali o religiose possano aspirare alla guida del Paese. Dunque, seppur in maniera indiretta, non c’è alcuna uguaglianza nel senso stretto del termine. Ciononostante, di tanto in tanto i leader religiosi delle quattro tradizioni si riuniscono per collaborare a progetti comuni.
Negli ultimi vent’anni ci sono stati tentativi di soffocare le conversioni, persino nei casi di scelta autentica, accusando i cristiani di praticare conversioni forzate. L’accusa è stata mossa nei confronti di gruppi [evangelici] estremi. Per fortuna in parlamento ha prevalso il fronte più ragionevole, e nel 2009 non è stata approvata la legge anticonversione.
Per questo il messaggio del Papa è molto importante nell’evidenziare la situazione dello Sri Lanka. “La libertà religiosa, via per la pace”: quest’affermazione di Benedetto XVI deve essere accettata e sostenuta in Sri Lanka, e deve essere presentata a tutti in maniera convincente. Che non ci siano violenze programmate o persecuzioni è un fatto, ma possono esserci elementi di discriminazione e sospetto contro i cristiani.
La libertà religiosa è un diritto fondamentale e un’aspirazione di ognuno, che proviene dalla dignità dell’essere umano, come asserito da Sua Santità. Deve essere rispettata da tutti senza alcuna restrizione. Come ha fatto notare il Papa, questo diritto è alla base degli altri diritti, perché dà le basi politiche, giuridiche e sociali della persona umana. Benedetto XVI ribadisce che il diritto a praticare la propria fede religiosa non è limitato a un gruppo o a un altro, ma è patrimonio dell’intera famiglia umana. Esso fornisce l’apertura per servire l’intera società. Se questo diritto viene violato allora l’umanità dell’individuo non sarà garantita. In questo senso i cristiani così come i fedeli di altre religioni devono radicare nei loro codici di credenze il rispetto reciproco. In Sri Lanka la maggioranza ha paura del potere della minoranza [cristiana] e della sua organizzazione universale, mentre le minoranze temono di non avere la piena libertà per affermare i propri diritti, senza paura di fraintendimenti.
I cristiani in Sri Lanka hanno un ruolo specifico da svolgere nel chiarire le loro incomprensioni e creare situazioni di giustizia e verità. Dal punto di vista storico vi è un’accusa secondo cui i cristiani sono stati favoriti dai potenti colonialisti del passato. Se sia vero o falso è difficile da valutare. Ma se in passato sono stati commessi errori, allora i cristiani devono essere umili e chiedere il perdono, come ha fatto Papa Giovanni Paolo II il 12 marzo del 2000, nella prima domenica di Quaresima.
Inoltre, i cristiani devono cercare di sostenere e rispettare, in maniera molto umile, le credenze del buddismo, la principale religione del Paese. Questo non significa che dobbiamo seguire le pratiche rituali, ma per valori etici e morali noi cristiani possiamo essere ispirati dalla loro tolleranza. Dobbiamo anche accettare le differenze delle loro religioni. Dovremmo evitare ogni rivalità e lavorare invece per la libertà di ognuno. Sento che dobbiamo risolvere questi sospetti e questi dubbi che ci sono tra noi, lavorando su vari livelli. Io prego e sento che le comunità cattoliche locali stanno prendendo in seria considerazione il messaggio del Papa, e lo stanno portando in ogni luogo.
Ha collaborato Melani Manel Perera