27/04/2016, 13.19
SINGAPORE
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Il matrimonio “segno della vicinanza di Dio” nell’ultra-competizione di Singapore

L’arcidiocesi della città-Stato ha organizzato una serie di incontri con a tema i problemi delle famiglie in una società sempre più focalizzata sulla produttività. L’ultimo appuntamento in programma per il 21 maggio. L’organizzatrice: “I cristiani sono chiamati ad essere una controcultura”. Su 21mila matrimoni celebrati ogni anno, 7mila finiscono con una separazione.

 

Singapore (AsiaNews/Agenzie) – Nel matrimonio “c’è la tendenza a fare affidamento sulla propria forza, ma è così che poi diventiamo stanchi e affaticati. Questo avviene perché ci dimentichiamo che Dio può tutto e sta sempre al nostro fianco”. Ramona Olsen, madre di famiglia, racconta così le difficoltà incontrate nella vita con suo marito e che sono state al centro di un incontro di aiuto alle coppie, organizzato dalla Commissione per la famiglia (Acf) dell’arcidiocesi di Singapore.

L’evento fa parte di una serie di forum dedicati alle sfide che le famiglie singaporiane si trovano ad affrontare in una società super-competitiva, concentrata in modo quasi esclusivo sul lavoro e sulla produttività. Il primo appuntamento si è svolto lo scorso 19 marzo e il percorso si concluderà il prossimo 21 maggio con un evento dal titolo “L’amore conta”. In quell’occasione diverse coppie sposate potranno celebrare i loro anniversari di matrimonio, mentre alcuni sacerdoti festeggeranno il giorno della propria ordinazione.

Cyrine Gregory, coordinatrice dell’iniziativa, spiega il compito dei fedeli cattolici nei confronti dei giovani, sempre meno sostenuti dai propri genitori nella scelta di sposarsi e avere dei figli: “Siamo chiamati ad essere una voce alternativa nella società, una controcultura. Dobbiamo potare l’amore di Dio che guarisce a tutti i matrimoni e a tutte le famiglie che soffrono”. L’incontro del 16 aprile scorso, cui hanno partecipato centinaia di coppie e di volontari, è stato guidato da p. Terence Pereira, vicario episcopale per la nuova evangelizzazione. Egli ha parlato dell’importanza dell’incontro personale con Cristo come base per aiutare davvero le famiglie in difficoltà.

A fronte di una politica per certi aspetti favorevole alla famiglia – Singapore risulta il “miglior Paese” dove diventare madre in Asia – la società della città-Stato soffre di alcune debolezze, fra cui la difesa dei più deboli, degli anziani e delle persone con bisogni speciali. P. Pereira ha posto l’attenzione sulla situazione dei matrimoni, che da qualche anno a Singapore hanno vita sempre più breve. Secondo il sacerdote, su circa 21mila unioni celebrate ogni anno, 7mila finiscono con una separazione. Per contrastare questo trend, ha detto, i cristiani devono essere “come l’arbusto dell’Esodo, che bruciava ma non era bruciato”.

A Singapore i cattolici sono oltre 200mila, pari al 5% circa del totale della popolazione; fra le religioni, la più diffusa è il buddismo col 43%; seguono i cristiani col 18% del totale, islam 15%, induismo e taoismo 11 e 5%. La Chiesa locale vive una fase di crescita e dinamismo, che ha portato alla recente apertura di un seminario teologico, definito una vera e propria “pietra miliare” per la comunità locale.

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