Il governo saudita non vuole che gli imam parlino di politica
Riyadh (AsiaNews) - Preoccupata di possibili derive estremistiche, l'Arabia Saudita tenta di allontanare la politica dalle moschee. Il ministro degli Affari islamici, Saleh Al-Asheikh, ha infatti detto che agli imam che "politicizzeranno" i sermoni non sarà consentito di proseguire in tali atteggiamenti. "Abbiamo istituito - ha infatti dichiarato - un comitato giuridico per consigliare tali imam. Se rispondono positivamente e seguono le linee guida, saranno autorizzati a continuare. Se no, allora noi diremo loro che non sono idonei per il pulpito". "L'uso della politica nei sermoni divide la comunità e creare l'odio tra le persone", mentre i predicatori dovrebbero diffondere la parola di Allah e "incoraggiare le persone all'adorazione".
La preoccupazione del ministro deriva dal fatto che tradizionalmente il sermone del venerdì affronta non solo temi religiosi, ma anche questioni di ogni genere, comprese quelle di costume e sociali. Il confine con la politica è evidentemente sottile.
Il ministro ha aggiunto che si continuerà a monitorare tutte le moschee e gli imam per assicurarsi che nessuno viola le norme, anche se non ha nascosto la difficoltà di seguire tutte le 80mila moschee esistenti nel Regno.
Le parole di Al-Asheikh, tuttavia, non trovano consenso unanime. Arab News, riporta in proposito le affermazioni di un insegnante per il quale "La moschea e altri pulpiti devono essere utilizzati per il bene delle persone. Seguire la moderazione è il modo migliore. Gli sforzi devono essere fatti per correggere le impressioni sbagliate create da estremisti". Ma lo stesso quotidiano ha anche l'opinione di Fuad Kawther, un saudita impegnata nella propagazione dell'Islam, per il quale l'atteggiamento del ministro contraddice l'esempio del Profeta, visto che la moschea di Medina era il centro dello stato islamico. "L'allontanamento dell'Islam da diversi aspetti della vita - ha aggiunto -porterà alla secolarizzazione".
26/10/2017 12:37