Il governo rinvia la chiusura dei campi profughi tamil e l'inchiesta sui crimini di guerra
di Melani Manel Perera
Almeno 100mila profughi dei campi di Vavuniya rimarranno nei centri anche dopo gennaio. Rinviata di quattro mesi anche la presentazione del rapporto sui presunti crimini di guerra compiuti dall’esercito durante le fasi finale della guerra.
Colombo (AsiaNews) - Il Governo dello Sri Lanka “non può promettere di completare il processo di reinsediamento dei profughi” dei campi di Vavuniya entro la fine di gennaio quindi almeno 100mila Internally Displaced People (Idp) resteranno nei centri di raccolta.
È quanto afferma Mahinda Buddhadasa Samarasinghe, ministro per le catastrofi naturali e i diritti umani, che ha smentito così la promessa fatta un mese fa dallo stesso governo di Colombo.
Samarasinghe assicura che “il governo sta lavorando sodo per completare il processo il prima possibile” e che per ovviare al mancato reinsediamento il ministero ha organizzato per gli Idp una “ricognizione” nei luoghi d’origine.
La cosiddetta “visita vai e vedi” dovrebbe permettere ai profughi di verificare di persona la situazione delle aree a cui sono destinati e lasciare alla loro responsabilità la scelta di abbandonare o meno i campi.
Il presidente Mahinda Rajapaksa ha pure posticipato di quattro mesi la presentazione dei risultati dell’inchiesta governativa sulle violazioni ai diritti umani durante le fasi finali della guerra. L'inchiesta doveva rispondere alle domande del Dipartimento di Stato Usa ed era attesa per il 31 dicembre.
Gli Stati Uniti sostenuti dalle Nazioni Unite affermano che nel surge che ha portato alla disfatta delle Tigri tamil, l’esercito di Colombo ha ucciso ribelli che si erano arresi. L’accusa degli Usa è avvalorata da dichiarazioni fatte dall’ex gen. Sarath Fonseka, già capo delle Forze armate di Colombo, che in un’intervista ha parlato di esecuzioni sommarie dei capi del Liberation Tigers of Tamil Eelam (Ltte).
Il tema delle violazioni dei diritti umani compiuti dai militari di Colombo contro ribelli e civili tamil durante la guerra pende come una spada di Damocle sul governo di Rajapaksa. L’accusa di crimini di guerra pesa sulle elezioni presidenziali, previste per il 26 gennaio prossimo in cui si contendono la guida del Paese due eroi della guerra contro le Tigri: il presidente in carica e proprio l’ex generale Fonseca. Quest’ultimo ha parlato di esecuzioni sommarie dei ribelli affermando che esse sono state compiute in sua assenza, mentre era in viaggio ufficiale in Cina.
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