Il governo nepalese mette sotto controllo le collette dei festival indù
Dopo la caduta della monarchia indù nel 2006, questa è la prima volta che il governo interviene nella regolamentazione economica delle attività religiose legate all’induismo. Le attività economiche illegali legate alle celebrazioni religiose pubbliche sono in crescita e di recente sono state introdotte una serie di normative anche per il controllo di lotterie e scommesse.
Laxmi Prasad Dhakal, responsabile del distretto di Kathmandu per il Ministero dell’interno, afferma che la maggior parte delle funzioni religiose indù nella capitale e in periferia stanno raccogliendo enormi quantità di denaro tra i fedeli. Ma il governo non sa dove vanno questi soldi. “Per questa ragione – aggiunge - il ministero introdurrà delle linee guida per ridurre la corruzione e l'utilizzo incontrollato dei fondi”.
Dinbandhu Pokharel, famoso predicatore indù, sottolinea che è difficile comprendere se il denaro raccolto durante le feste è pulito o legato ad attività criminali. Secondo lui la proposta del governo limita quelle che sono le attività benefiche legate alla religione. “Gli organizzatori – afferma – mi invitano spesso a predicare per raccogliere fondi destinate a scuole o templi e io non posso negare loro la mia presenza”. “Io di solito non chiedo soldi – continua – ma sono i responsabili dei festival a darmi il cinque o il dieci per cento del ricavato e spesso non so la provenienza”. “Una volta – aggiunge – mi è capitato di raccogliere oltre 150mila euro”.