Il "corrotto" gen. Gu Junshan, la lotta di Xi Jinping arriva all'esercito
Pechino (AsiaNews) - Dopo aver colpito i quadri del Partito fedeli al vecchio esecutivo e aver ordinato una serie di arresti eccellenti nel campo dell'economia statale, il presidente Xi Jinping punta il mirino sull'Esercito di liberazione popolare (Pla), vera roccaforte del potere e della stabilità nazionale. L'arresto del generale Gu Junshan (vice capo della logistica militare), la messa in stato d'accusa di Xu Caihou (potentissimo ex vice presidente della Commissione militare centrale) e un'indagine durata tre mesi in 2 dei maggiori distretti militari del Paese dimostrano che la guerra alla corruzione lanciata da Xi sin dalla sua elezione è entrata nel vivo.
L'arresto e il processo contro il generale Gu, rimosso dal suo incarico nel 2012 e da allora in stato di accusa, rappresentano il colpo più alto ai vertici militari cinesi dal 2006. Un dispaccio dell'agenzia statale Xinhua conferma che "Gu Junshan dovrà rispondere delle accuse di corruzione, tangenti, appropriazione indebita e abuso di potere". Il verdetto di colpevolezza è dato per scontato dall'opinione pubblica nazionale, rimasta sconvolta dai particolari sulla vita privata del militare.
Secondo alcune indiscrezioni, rilanciate dal magazine Caixin, per svuotare la villa di Gu nell'Henan - costruita sul modello del Palazzo imperiale di Pechino - ci sono voluti 20 funzionari paramilitari e un battaglione di soldati, che hanno riempito fino all'orlo 4 camion militari. Fra i vari oggetti confiscati vi sono una statua di Mao Zedong in oro; un lavabo e un modello di imbarcazione sempre in oro; alcune anfore di maotai, pregiatissimo liquore molto costoso.
Gu, incaricato di gestire il patrimonio immobiliare dell'esercito e il settore delle infrastrutture, era inoltre proprietario di ville di lusso e decine di appartamenti - tutti enormi - all'interno del secondo anello di Pechino, zona immobiliare di altissimo pregio. Secondo alcuni funzionari che lo hanno interrogato, il militare si proponeva di usare questi locali come "dono". Inoltre, l'inchiesta ha rivelato che "era usuale per lui" trattenere una tangente del 6 % su ogni vendita immobiliare dell'Esercito gestita da lui. L'ultima in ordine di tempo riguarda una proprietà venduta per 2 miliardi di yuan (circa 234 milioni di euro). Insieme a lui sono stati arrestati il fratello Gu Xianjun e suo cognato Zhang Tao, entrambi implicati nello scandalo.
Per ottenere tutto questo potere l'ex generale è arrivato persino ad assumere dei falsari, che hanno cambiato i documenti e riscritto la storia della sua famiglia in modo da far apparire suo padre come un "eroe della Rivoluzione". In questo modo Gu si è creato una falsa "genealogia rossa", necessaria per scalare i vertici militari della Cina contemporanea. Per rendere il tutto più credibile, ha persino costruito per il padre un "cimitero comunista rivoluzionario" nella zona di Puyang, dove sorge il suo "palazzo imperiale".
A scatenare questa bufera sul Pla sarebbe stata un'indagine durata tre mesi (dal 10 dicembre 2013 al 13 marzo 2014), lanciata dalla Commissione militare centrale guidata da Xi Jinping nei distretti militari di Pechino e di Jinan (capitale dello Shandong). Gli ispettori hanno scoperto decine di casi relativi a corruzione; promozioni scorrette; trasferimento e requisizione di terreni agricoli; costruzione e vendita di proprietà immobiliari. I risultati delle indagini hanno aperto la strada all'incriminazione di Xu Caihou, prima comandante militare di Jinan e poi vice presidente della Commissione (ai tempi dell'ex presidente Hu Jintao). Xu è stato arrestato lo scorso 15 marzo 2014 mentre si trovava ricoverato in un letto dell'ospedale militare 301: secondo i medici sta morendo a causa di un cancro.
Va ricordato che fin dai primi anni delle modernizzazioni economiche lanciate da Deng Xiaoping, l'esercito ha avuto un'importante funzione anche nell'economia cinese, diventando uno dei pilastri dell'industrializzazione del Paese. Naturalmente, questa situazione è divenuta pure un ricettacolo di corruzione.