Il coraggio dell'avv. Zhang Kai: difende col diritto le croci del Zhejiang
Pechino (AsiaNews) – Zhang Kai, avvocato che ha organizzato un team legale di oltre 30 persone per affrontare i casi religiosi nella provincia del Zhejiang, è stato portato via dalla polizia di Wenzhou lo scorso 25 agosto 2015. Da allora non si hanno più sue notizie. L’8 agosto, Zhang ha condiviso i suoi pensieri con gli amici su WeChat: “Ho fatto mente locale. Il massimo che possono fare è imprigionarmi. Ma se rimango in silenzio, me ne pentirò per tutto il resto della mia vita”. Due settimane dopo, lui e il suo assistente Liu Peng sono stati portati via.
Zhang Kai, 37 anni, è avvocato dello Studio legale Xinqiao di Pechino. Ed è cristiano. Nel mezzo della campagna per la demolizione delle croci nel Zhejiang, di tutti gli avvocati per i diritti umani in Cina Zhang è stato il più attivo, e quello più coinvolto. Iniziando nell’agosto del 2014 con il rappresentare il pastore della chiesa della salvezza di Wenzhou, il reverendo Huang Yizi, ha iniziato a vivere a Wenzhou ed è divenuto consulente in molti casi relativi alla demolizione delle croci.
Ha dichiarato di “avere perfettamente chiaro” il fatto di trattare con un territorio politico estremamente pericoloso. In luglio, un reporter della Initium Media di Hong Kong ha urtato contro Zhang sugli scalini distrutti della chiesa Xialing. L’avvocato era sorridente e ha aggiunto di non essere preoccupato della sua sicurezza personale: “Per quante rimozioni di croci su larga scala sei passato, nel corso della storia?”.
Il 10 luglio, Zhang aveva intenzione di iniziare una serie di lezioni dal titolo “Leggi e Decreti”. “Nel cristianesimo – spiegava – i ‘Decreti’ sono chiamati ‘leggi’ ovvero le regole create dal Signore. Il cristianesimo ci insegna a sottometterci alle regole, ma noi siamo tenuti a farlo davanti alla Costituzione e alla moralità, non davanti a persone e a codici di condotta illegali”. Quella stessa sera, nell’ambito di una violenta repressione su scala nazionale che ha coinvolto centinaia di avvocati, Zhang Kai è stato portato via dalla polizia per la sicurezza statale di Wenzhou e interrogato tutta la notte.
Più tardi, in un’intervista con il reporter di Initium, ha raccontato che i funzionari gli hanno intimato di “non tirare troppo per le lunghe il caso di Zhou Shifeng (1); non tenere seminari illegali a Wenzhou; non coinvolgersi nei casi religiosi del Zhejiang”. Ovviamente, Zhang Kai non ha obbedito.
Ha mantenuto la sua residenza presso la chiesa Xialing; ogni giorno ha incontrato pastori e fedeli da tutto il Zhejiang, esaurendo ogni possibile metodo legale per salvaguardare i loro diritti, determinato a resistere fino alla fine alla tempesta di croci demolite.
Un anno fa, le autorità hanno incontrato una fiera resistenza da parte dei fedeli della chiesa della salvezza, che hanno tentato di impedire la rimozione della loro croce. Molte persone sono state picchiate a sangue nel corso di questo tentativo. Il pastore Huang Yizi è stato alla fine indicato come “il leader” di questa resistenza e condannato a un anno di galera con l’accusa di “aver radunato una folla per disturbare l’ordine pubblico”. Zhang Kai ha agito come suo difensore.
Nel trattare il caso a lui affidato, Zhang Kai è stato meticoloso e onesto: ha diviso la causa in quattro parti diverse e ha mobilitato 11 avvocati per farsi aiutare. Ad esempio: la politica statale dice che i sospettati in casi criminali hanno il diritto di vedere un avvocato entro 48 ore, ma nel caso di Huan Yizi questo diritto è stato negato per più di 70 ore. Quindi Zhang ha chiesto un risarcimento.
Inoltre, le guardie carcerarie hanno impedito al pastore di ricevere una copia della Bibbia, quindi il team di legali ha aperto un’altra causa. Per Zhang è “il primo caso in Cina che riguarda la lettura delle Scritture durante la custodia della polizia”.
Un altro esempio riguarda il sito internet del governo provinciale del Zhejiang. Su questa pagina è apparsa la risposta inviata a uno dei difensori di Huang, che aveva scritto alla “casella di posta del governatore” per ribadire l’ingiusta detenzione del suo cliente. Nella risposta ufficiale, il governo ha fatto riferimento alla “condotta criminale di Huang Yizi”. Il gruppo di legali ha aperto un’altra causa, dato che questo termine rappresenta una “condanna senza processo” e costituisce diffamazione nei confronti del pastore. Zhang e i suoi avvocati hanno poi raccolto più di 1000 firme dopo l’arresto di Huang e hanno presentato una richiesta ufficiale per tenere una marcia di protesta. Secondo Zhang Kai, si tratta di “una strategia di mosse. Presentare una denuncia è una cosa, ma denunciare senza l’intervento di una corte è un’altra”.
Zhang Peihong, avvocato che ha lavorato con Zhang ai casi del Zhejiang, sostiene che quest’ultimo abbia “creato un nuovo approccio” con questo metodo per affrontare le cause: “Non lascia passare neanche una singola questione legale”. All’Initium, Peihong spiega che presentare richiesta per ottenere informazioni ufficiali fa parte del diritto dei cittadini di supervisionare il potere dello Stato. Se il governo è coinvolto in attività illegali, è naturale chiedere una spiegazione amministrativa e da qui aprire una causa. Demolire le croci è un’attività illegale, quindi correggerla significa permettere che le croci vengano erette. “Tutto questo – dice Zhang – è scritto nei procedimenti legali. Basta aprire i libri”.
Questo tipo di gioco legale infinito ha provocato rabbia e senso di impotenza alle autorità: che siano grandi o piccoli, gli organi del governo del Zhejiang hanno ignorato la legge e agito secondo la propria volontà. Quindi possono essere citati in giudizio, e tutti quei comportamenti che si configurano come “atti illegali” si devono risolvere attraverso un procedimento legale.
Zhang Kai spiega che tre mesi dopo l’inizio di questa strategia le autorità di Wenzhou – frustrate – hanno proposto un accordo: se Huang Yizi avesse rinunciato al suo difensore, sarebbe stato liberato in un mese. Zhang ha quindi ritirato il suo patrocinio, ma le autorità hanno fatto marcia indietro e nel marzo 2015 hanno condannato il pastore a un anno di galera. Zhang, tornato a rappresentarlo, ha commentato: “All’inizio era accusato di tre crimini, e la sentenza minima prevista era dieci anni”.
Nel Zhejiang, Zhang Kai ha organizzato un gruppo composto da più di 30 avvocati – cristiani che ha radunato per tutta la Cina – per iniziare ad assumersi i casi relativi alle chiese nella provincia. In circa un anno – fino all’inizio di luglio – Zhang ha rappresentato quattro chiese di Wenzhou. Altri sei avvocati si sono assunti i casi di Jinhua e Lishui, e le chiese di tutta la provincia hanno iniziato a contattarlo per consulenze legali.
Stabilire una lega di avvocati difensori contro la campagna di demolizione delle croci e trovare ogni modo possibile per difendere i diritti dei cristiani non sono le uniche cose fatte da Zhang. Nello stesso periodo ha scritto un gran numero di articoli e di post su Weibo [popolarissimo sito di microblogging cinese ndt], e ha incontrato i cristiani delle “due organizzazioni” – il Consiglio dei cristiani cinesi e il Movimento patriottico delle tre autonomie – per assicurarsi che fossero a conoscenza dei propri diritti legali riguardanti le croci.
“Ho calcolato – ha detto in più occasioni – che vi sono circa nove attività in cui possiamo impegnarci. Chiedere il permesso di svolgere delle marce; ascoltare testimonianze; denunciare i funzionari; scrivere lettere; presentare cause legali; chiedere la libertà di accesso alle informazioni del governo. Ma ve ne sono altre. Gli avvocati non sono per forza in grado di prevenire la rimozione delle croci, ma possono quanto meno denunciare la natura illegale di questo atto. Anche se fossero state costruite fuori dai criteri di legge, dovrebbero esserci processi legali e ragionevoli prima di rimuoverle. Altrimenti dov’è la legalità?”.
Nel novembre 2014 Zhang Kai è divenuto il rappresentante legale della chiesa Xialing di Wenzhou e ha usato i metodi provati nel caso di Huang Yizi per aprire una serie di inchieste formali contro le autorità.
Dopo il primo tentativo (fallito) di rimuovere le croci di questa chiesa nel novembre 2014, le autorità hanno presentato un “documento ufficiale di punizione” in cui si dice che i documenti della chiesa sono incompleti, che la chiesa stessa era una struttura illegale e che quindi andava demolita del tutto.
Come prima cosa Zhang ha chiesto una revisione amministrativa della decisione, e quindi ha lanciato una azione legale contro la risposta del governo. Allo stesso tempo ha chiesto libertà di informazione sui procedimenti adottati dai singoli dipartimenti. Come nelle altre chiese dove sono state rimosse le croci, le autorità hanno tagliato acqua ed elettricità alla Xialing: Zhang ha fatto causa all’azienda statale che le eroga.
Nel luglio 2015 le autorità hanno approvato un nuovo pacchetto di “Regolamenti della provincia del Zhejiang sulla costruzione religiosa”: questi regolamenti limitano moltissimo la presenza della croci. “La croce che appare sul corpo principale della chiesa non può eccedere in distanza dalla chiesa stessa la proporzione di un decimo rispetto alla struttura”. Questo vuol dire che non può essere messa sul tetto ma soltanto sulla facciata. Per molti analisti questi regolamenti sono stati scritti per spianare la strada alla rimozione di tutte le chiese della provincia. Con queste regole, infatti, le autorità possono abbatterle tutte senza bisogno di provare la loro presunta illegalità.
Zhang Kai ha presentato immediatamente una richiesta formale di informazioni sulla legge a nome della Xialing. Ha chiesto al governo di fornire le basi legali sulle quali ha formulato i Regolamenti, con quali procedure siano stati scritti, quali ricerche siano state condotte e da quale gruppo di esperti, quali siano le convinzioni religiose dei membri della Commissione che li ha redatti e quali saranno le procedure e i responsabili di applicarli, una volta approvati. Ha chiesto al governo di rispondere entro 15 giorni “secondo i termini di legge” e ha annunciato che in caso contrario saranno denunciati.
Ai suoi amici cristiani, Zhang Kai ha detto: “I rapporti fra la Chiesa e il governo hanno raggiunto un punto davvero infelice. Ma questo è il nostro diritto”. L’avvocato ricorda la notte in cui è stato portato via la prima volta. Una agente di polizia donna “che assomigliava a Fan Bingbing [nota attrice cinese ndt]” gli ha detto: “Zhou Shifeng aveva qualche aggancio, ma tu non ne hai nessuno. Se continui a difendere le chiese di Wenzhou cerchi soltanto guai”. Al che Zhang Kai ha cercato di spiegarle i suoi principi cristiani: “Ti sbagli. Io ho Dio dalla mia parte”.
(1) Zhou Shifeng è un avvocato, veterano nella lotta per i diritti umani in Cina e capo dello Studio legale Fengrui di Pechino. Noto per il suo grande impegno nella difesa dei diritti della popolazione, è stato uno dei primi nel mirino degli arresti di massa contro gli avvocati dello scorso luglio.