02/10/2024, 08.49
KAZAKISTAN
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Il commercio-ombra del Kazakistan

di Vladimir Rozanskij

L’irrigidimento della politica fiscale del governo di Astana per coprire il deficit di bilancio ha portato all'esplosione delle transazioni in nero. Gli imprenditori ritengono che i limiti fiscali vadano rivisti, cosa che non avviene da oltre quattro anni, e ciò che poteva essere adeguato nel 2020,oggi appare decisamente poco credibile.

Astana (AsiaNews) - Molti piccoli e medi imprenditori del Kazakistan negli ultimi tempi si rifugiano sempre più spesso nel commercio in nero, a causa dell’irrigidimento della politica fiscale del governo per coprire il deficit di bilancio. Fin dal 2020 nel Codice fiscale è stata inserita una norma di “sbarramento”, che prevede un tetto oltre il quale le aziende devono pagare una sovrattassa del 12% sul fatturato, che corrisponde a circa 152mila dollari all’anno.

Negli ultimi tempi sono sempre più numerose le piccole e medie imprese che superano largamente questa soglia, nelle città principali del Paese anche i piccoli negozi la raggiungono, e diventa sempre più frequente il pagamento degli acquisti in contante senza registrazione di cassa, al massimo con bonifici bancari a persone fisiche, con tentativi da parte delle autorità di controllare queste operazioni in maniera sempre più stringente.

Una negoziante di Almaty con nome di copertura Nurgul confessa ad Azattyk di lavorare con sistemi poco trasparenti già da sette anni, spiegando che “il superamento delle soglie di entrata non dipende tanto dai guadagni, ma dal costante aumento dei prezzi”. Tutti gli imprenditori ritengono che i limiti fiscali vanno rivisti, ciò che non avviene da oltre quattro anni, e ciò che poteva essere adeguato nel 2020, oggi è decisamente poco credibile.

I commercianti kazachi sono inoltre molto insoddisfatti delle politiche bancarie, con eccessive commissioni e ulteriori carichi fiscali del 3% sulle operazioni. Da quest’anno sono state tolte le varie moratorie sulle irregolarità, e tra le imprese c’è la gara a sottrarsi ai nuovi controlli, anche se uno dei principali esperti della Camera degli imprenditori di Almaty, Kanat Ešengeldiev, ritiene che “i controlli per ora sono ancora piuttosto limitati, sono i commercianti ad essere ancora abituati all’arbitrio totale”.

Si attendono quindi ulteriori campagne di verifiche da parte degli organi preposti, con avvertimenti dall’agenzia delle entrate che ancora non corrispondono ad azioni sistematiche, che verosimilmente si potranno realizzare solo nel 2025. Per questo i commercianti rimangono legati ai sistemi di pagamenti liquidi o con trasferimenti “mobili” da un conto all’altro, ciò che il Comitato statale per le entrate ribadisce in continuazione come una forma diffusa di illegalità.

Esistono persone fisiche che ricevono nel corso di ogni trimestre di attività commerciale oltre 100 e più trasferimenti bancari, su conti non predisposti allo scopo e non sottoposti ad adeguate verifiche, in un mare di “economia ombra” ancora molto difficile da indagare e riportare alla normalità.

 

Foto: Flickr/Asian Development Bank

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