Il capo dell’esercito cinese in Nepal per rinsaldare l’alleanza contro i tibetani
Kathmandu (AsiaNews) – La Cina teme il futuro successore del Dalai Lama e invia a Kathmandu il rappresentante dell’Esercito di liberazione del popolo (Pla) per frenare future azioni anti-cinesi delle comunità tibetane in esilio.
Il generale Chen Bindge è arrivato ieri nella capitale accompagnato da altri 18 ufficiali. La visita durerà fino al prossimo 26 marzo. Lo scopo ufficiale del viaggio è la consegna di aiuti umanitari e materiale bellico all’esercito nepalese per un valore di 13 milioni di euro. Ma secondo gli esperti il gesto serve per rinsaldare la collaborazione nata fra Pechino e Kathmandu per eliminare il dissenso degli esuli tibetani verso la Cina, soprattutto dopo le dimissioni del Dalai Lama come rappresentante politico.
Rameshwor Acharya, ex ambasciatore nepalese in Cina, afferma: "La preoccupazione cinese per il Nepal è in aumento. Il Paese è vicino al confine con l’India e ospita migliaia di rifugiati tibetani che spesso organizzano attività anti-cinesi ". "La visita – aggiunge - dimostra che la Cina vuole il sostegno del nostro esercito per controllare tutte le attività anti-cinesi dopo le dimissioni del Dalai Lama ". Secondo Acharya il leader spirituale tibetano amava la pace, ma Pechino teme la linea del suo futuro successore, che potrebbe invece preferire lo scontro.
Dopo l’invasione di Lhasa del 1951 e l’esilio del Dalai Lama in India (1959), il Nepal ha ospitato migliaia di rifugiati in fuga dal Tibet, consentendo ad essi il sostegno del governo in esilio. A tutt’oggi gli esuli sono oltre 20mila. Con la caduta della monarchia nepalese nel 2006 e la salita al potere dei partiti maoista (Unified Communist Party of Nepal) e leninista-marxista (Unified Marxist–Leninist) il Paese ha iniziato a stringere accordi economici con Pechino, vietando agli esuli ogni tipo di manifestazione anti-cinese. Lo scorso 11 marzo le forze dell’ordine hanno bloccato con la violenza decine di monaci che avevano organizzato una preghiera per i 60 anni dell’invasione del Tibet nel tempio buddista di Bauddha, a Kathmandu. Il 13 febbraio scorso la polizia ha fermato le elezioni interne alla comunità tibetana, facendo irruzione nei seggi e sequestrando schede e materiale elettorale.