Il Vangelo tra i tribali: Le suore del Pime a Mymensingh
La nuova comunità è stata inaugurata nel villaggio di Dhairpara il 25 novembre, nella festa del Cristo Re. Nell’area vivono cristiani battisti e cattolici, tutti del gruppo tribale garo. In passato l’opera di evangelizzazione è stata trascurata “anche per la distanza geografica”.
Mymensingh (AsiaNews) – Portare Cristo “in un luogo di nuova evangelizzazione e impegnarsi nella cura pastorale di un gruppo di cristiani trascurati negli anni passati”. È la nuova sfida in Bangladesh per le suore Missionarie dell’Immacolata, legate all’istituto Pime. Sr. Annamaria Panza, consigliera provinciale, racconta che lo scorso 25 novembre, nel giorno della festa del Cristo Re, la congregazione ha inaugurato una nuova casa nella diocesi di Mymensingh, abitata in maggioranza da tribali. Con entusiasmo e tentando di celare la fatica degli ultimi giorni di preparativi, la religiosa dice: “Abbiamo aperto una nuova comunità nel villaggio di Dhairpara, lì dove i sacerdoti locali si sono recati di rado per la distanza geografica e la mancanza di tempo. Ci attende una grande sfida: rafforzare nella fede e creare il senso di comunità cristiana”.
Le religiose hanno accettato la proposta del vescovo locale [mons. Ponen Paul Kubi], che domandava una nuova presenza cristiana. La scelta è ricaduta nel sotto-centro della parrocchia di St. John, che conta poco più di 3mila cattolici. Il vescovo ha preparato per la congregazione una casa temporanea, dove si sono stabilite tre suore (quattro da gennaio). “Non ci sono nemmeno le pareti in muratura – prosegue sr. Annamaria – ma va bene così perché non abbiamo intenzione di rimanere per molto tempo. Entro un anno decideremo se stabilirci lì o andare ancora di più in mezzo alla gente, tra coloro che hanno più bisogno”.
Nell’area, spiega la missionaria, “abitano cristiani battisti e cattolici mandi, cioè di etnia garo. La popolazione è composta in maggioranza da bambini, giovani e anziani, mentre gli adulti si spostano per lavoro nella capitale Dhaka [che dista poco più di 100 km, ndr]. Qui mancava la presenza fissa di sacerdoti e religiosi, mentre da luglio c'è un parroco. In passato i preti venivano di rado a celebrare la messa e purtroppo la cura pastorale dei cristiani è stata trascurata. Per questo il nostro primo compito sarà il lavoro pastorale”.
Dopo aver attivato il servizio spirituale per i cattolici del sotto-centro, continua, “vogliamo incentivare il dialogo interreligioso con i battisti ed estendere la nostra opera nei villaggi più distanti, dove i sacerdoti non hanno mai avuto il tempo di andare. Lì i cristiani hanno tralasciato la vita di fede, la preghiera”. Ad aver convinto le suore ad aprire una nuova missione, spiega sr. Annamaria, “è stata la possibilità di poter andare nei villaggi ancora più lontani dove nessun missionario è mai arrivato, per portare il messaggio di Cristo in un luogo di nuova evangelizzazione”. Il compito non è semplice, “perché in quei territori vivono gruppi di tribali pagani, che non entrano in chiesa perché credono che essa sia riservata solo ai garo mandi. La convinzione è sostenuta dal fatto che i sacerdoti di Mymensingh sono tutti garo”.