Il Sinodo sta preparando una sua dichiarazione sulla situazione delle famiglie del Medio Oriente
Città del Vaticano (AsiaNews) – Il Sinodo dei vescovi sulla famiglia sta preparando una dichiarazione sulla situazione delle famiglie del Medio Oriente. Una bozza di tale documento è stata presentata questa mattina. L’ha reso noto oggi padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede nel corso del quotidiano briefing sui lavori del Sinodo.
Nel riferire sui lavori, padre Lombardi ha ricordato che ieri pomeriggio c’è stato l’intervento di Francesco per annunciare la creazione di un dicastero per la famiglia. In proposito, il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio giustizia e pace, presente all’incontro, rispondendo alle domande dei giornalisti ha detto che “L’annuncio dato ieri dal Papa è il termine di un processo: il Papa ne aveva parlato in riunioni pubbliche con vescovi e cardinali: se ne era parlato con i capi dei dicasteri alla fine della riunione del Consiglio dei cardinali dopo l’ultimo Sinodo”. “Il desiderio del Santo Padre è di riformare la Curia”, ha ricordato il porporato. “C’erano due possibilità: mettere insieme famiglia e laici e creare un altro organismo per i giovani e le donne. Famiglia, giovani e Pontificia Accademia della vita sono stati messi insieme e sostenuti da tutti i gruppi. Niente di più preciso è stato detto ieri”.
Dopo l’intervento di Francesco c’è stata l’elezione di una parte dei membri del Consiglio della segreteria del Sinodo. La composizione sarà resa nota al completamento della segreteria da parte del Papa.
I lavori di oggi sono iniziati con un intervento del relatore generale, card. Peter Erdo, che ha introdotto la bozza di relazione finale. Un intervento che padre Lombardi ha definito “di carattere generale sullo spirito e l’impostazione del documento”. “Posso dire che la gamma degli argomenti trattati è stata naturalmente molto ampia, però, tutti hanno fatto un chiaro ringraziamento, direi ammirato, per il lavoro della Commissione, perché veramente si tratta di un testo molto più ordinato, più soddisfacente – anche a detta dei padri – rispetto all’Instrumentum Laboris che era più frammentario, meno organizzato e coerente. Quindi, la soddisfazione dell’assemblea per il lavoro abbastanza incredibile, detta la verità: pensando a 1.355 modi … c’è stata grande gratitudine e ammirazione per il lavoro compiuto nella redazione”.
Stamattina, poi, ci sono stati 51 interventi sulla bozza di relazione finale. Essi sono da considerare proposte di miglioramenti o emendamenti fatte da singoli e quindi non ‘modi’ votati collettivamente. I “modi” coprono una gamma molto ampia, che va dai riferimenti biblici ai migranti, dalla formazione pastorale all’accompagnamento, dalla violenza sulle famiglie al fondamentale rapporto tra coscienza e legge morale.
Al briefing erano presenti anche , il card. Gerard Cyprien Lacroix, arcivescovo di Québec, e mons. Lucas Vanlooy, vescovo di Gent. Quest’ultimo nel suo intervento ha sostenuto che “questo sinodo è la fine del giudicare le persone, è la fine di una Chiesa che da’ giudizi su tutte le situazioni, è il segno di una Chiesa che accoglie, parla anche con chiarezza, ma l’ultima parola che a me rimane da questo sinodo è la parola tenerezza che la Chiesa fa sua per qualsiasi situazione, non solo nella famiglia, tenerezza verso tutte le persone; potrebbe essere l’inizio di una Chiesa nuova”.
Sono sulla stessa onda", ha detto il card. Turkson. “Direi - ha spiegato il porporato
africano - che si può considerare questo sinodo come un sinodo emblematico della Chiesa, nel senso che il matrimonio celebrato nella Chiesa è un sacramento, ed è una sorta di discepolato che conduce a altri sacramenti, e questo sinodo ci dia l’occasione
di rivivere questa realtà . Il matrimonio celebrato in Chiesa - ha sottolineato - segue un discepolato, gli sposi che celebrano sono discepoli, gente che ha accettato di fare il
cammino con il Signore, di aprirsi alla grazia del Signore, e questo non si fa con i nostri poteri. Anche il nostro sacerdozio, di noi preti - ha spiegato - non è destinato ad
essere vissuto grazie a un nostro potere originario, è invece un sacramento e richiede la grazia del Signore, nel momento in cui prendiamo sul serio questo, sia per il sacerdozio che per la vita matrimoniale, cambia tutto; cambia la vita se la conduciamo facendoci tenere per mano dal Signore, questo ci aiuta, altrimenti i problemi vengono uno dietro l’altro”.
Il cardinale canadese Lacroix ha invece risposto a una domanda quella questione dell’omosessualità. "Non so – ha detto - come sarà il documento finale, ma è certo che durante tutto il Sinodo si è parlato di omosessualità nelle nostre famiglie, ed è possibile che il tema entri nel testo. Non è stato un sinodo sugli omosessuali, ma gli omosessuali ci sono, non parlerei di tabù perché invece se ne è parlato in maniera aperta e condivisa”. Il tema - ha aggiunto il cardinale Turkson - è stato discusso, anche nel mio circolo minore: abbiamo ascoltato vescovi e cardinali con esperienza di omosessualità nelle loro famiglie”. “Non criminalizziamo questo fenomeno – ha concluso – ma non vittimizziamo persone che hanno un ‘problema’ con questo”.
"Voteremo – ha detto ancora - la Relatio finalis, ed è molto importante, ma tutta l’esperienza del sinodo, da due anni a questa parte, è importante; il Papa non
riceverà solo un documento, il Papa ha ascoltato, conosce le problematiche, non solo sulla base di ciò che abbiamo detto, ma anche dal lavoro dei circoli minori, dai documenti dati al segretariato”.
04/06/2016 13:04
24/10/2015
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