Il Partito ordina un "esame di marxismo" per tutti i giornalisti
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - All'inizio del prossimo anno i giornalisti cinesi dovranno superare un nuovo esame di "ideologia marxista", se vogliono mantenere le proprie tessere stampa. Secondo i reporter, si tratta di un altro esempio di come il Partito comunista al potere stia rinforzando il proprio controllo sui media sotto la leadership del presidente Xi Jinping. È la prima volta, spiegano i media di Stato, che ai giornalisti viene chiesto di fare un simile esame di massa.
Il test si basa su un manuale di 700 pagine in vendita nelle librerie. Nel testo si leggono direttive come "è assolutamente proibito pubblicare commenti negli articoli pubblicati che vanno contro la linea del Partito" e "la relazione fra il Partito e i media è quella che esiste fra chi conduce e chi viene condotto".
Decine di giornalisti statali, anonimi per evitare ripercussioni, spiegano che l'impatto del maggiore controllo sulla stampa lanciato lo scorso anno è stato "agghiacciante". Uno di loro aggiunge: "Il rafforzamento è davvero ovvio in quei giornali che hanno un impatto sulla pubblica opinione. In questi giorni si sono moltiplicati gli argomenti di cui non possono parlare".
La Cina ha intensificato i propri sforzi anche per ostacolare il lavoro delle major dell'informazione internazionale. Il governo non ha concesso per più di un anno i nuovi visti-stampa per i giornalisti del New York Times e di Bloomberg News, dopo che questi due giornali hanno pubblicato articoli sulle finanze personali dei familiari sia dell'ex premier cinese Wen Jiabao che dell'attuale presidente Xi Jinping.
L'Amministrazione generale per la stampa e le pubblicazioni, il più importante organo di regolazione dell'informazione, ha dichiarato che lo scopo dell'esame e dei corsi relativi ad esso è quello di "migliorare la qualità dei giornalisti cinesi, incoraggiandoli a stabilire il socialismo come sistema chiave dei propri valori". Ma non ha voluto rispondere a domande sull'esame in sé o sulla libertà di stampa in Cina.
I media di Stato cinesi sono stati per tradizione i veicoli fondamentali della propaganda del Partito. Ma le riforme dell'ultimo decennio che hanno permesso una maggiore commercializzazione dei media e un limitato aumento dell'indipendenza editoriale - uniti alla crescita dei social media - hanno indebolito il controllo del governo.
Guardando il vasto flusso di editoriali pubblicati dopo il discorso di Xi ai funzionari della propaganda (pronunciato lo scorso agosto), gli osservatori affermano che la preoccupazione dell'esecutivo è quella di perdere il controllo sull'opinione pubblica. Il Beijing Daily è arrivato a definire la battaglia del Partito per conquistare i cuori e le menti "una battaglia fino alla morte".
02/08/2016 16:35