Il Partito comunista ha due sole scelte: crollare come l'Urss o morire come Gheddafi
Washington (AsiaNews) - Da qualche tempo, diversi studiosi del sistema comunista parlano delle due riforme diverse che si sono verificate nel periodo fra il massacro di piazza Tiananmen del 4 giugno 1989 e il viaggio nella Cina meridionale compiuto da Deng Xiaoping. Prima di quel periodo, c'erano state riforme politiche e riforme economiche in parallelo: dopo quel periodo, la riforma politica è stata lasciata a languire dietro quella economica, tanto da essere chiamata "la riforma zoppa".
Tuttavia, durante la cosiddetta era della "riforma duale", anche la riforma politica incontrò una forte resistenza. Nell'arco di un solo decennio, Deng Xiaoping lanciò diverse campagne: dal movimento "colpisci duro" pensato per minare le riforme attraverso uno stato dittatoriale [la campagna venne lanciata dall'allora presidente nel 1983, e mirava a "eliminare gli elementi di destra" nel Partito ndt], fino al massacro del 4 giugno 1989 in piazza Tiananmen. Fra questi due eventi si verificarono diversi sforzi per "eliminare l'inquinamento spirituale", che portarono alla caduta di due Segretari generali del Partito comunista [Hu Yaobang e Zhao Ziyang, entrambi riformisti ndt]. Lo scopo di Deng era di prevenire la riforma del sistema politico.
Oggi, alcune note personalità del sistema comunista stanno lavorando ad alcuni seminari teoretici. E stanno cercando di usare il defunto Deng in per vincere i diavoli viventi. Il loro discorso di base parla ancora una volta di riforme, ma basate sulla linea invalicabile della dittatura monopartitica affidata al Partito comunista. E questo è il motivo per cui oggi si censurano i crimini commessi da Deng
Il loro modello sperimentale sembra essere il modello del Guangdong, che da qualche tempo viene molto lodato [il riferimento è al villaggio di Wukan dove, dopo mesi di proteste, il governo ha concesso libere elezioni e la rimozione dei leader corrotti. Tuttavia, i nuovi leader eletti sono stati inglobati nel Partito ndr]. Alcuni studiosi hanno sottolineato che una delle caratteristiche maggiori di questo modello è quella di portare i leader delle masse popolari nel sistema del Partito comunista, in modo da deviare il movimento di massa all'interno dei binari fissati dalla cricca dominante comunista. Quel piano prevede di fiaccare il nucleo del movimento, nel tentativo di mantenere la stabilità attraverso lo sbriciolamento dell'opposizione.
Questo complotto avrà successo? Mi viene da ridere al pensiero che i membri del Partito comunista, siano ormai alla fine della corsa e sono in grado solo di ripetere un trucco già messo in atto dai loro predecessori: includere i leader dei ribelli nel Partito comunista, in modo da poterli controllare in maniera efficace. Mao Zedong e sua moglie Jiang Qing usarono questo trucchetto durante il periodo della Rivoluzione culturale. E neanche allora funzionò in maniera efficace: in effetti, fu un fallimento totale.
Durante i pochi anni della Rivoluzione culturale, le stelle politiche all'interno dei ribelli cambiavano rapidamente. A un certo punto trovarono un idiota (dal punto di vista politico), un tale Wang Hong Wen, che fallì e non riuscì a fare nulla, quando si ebbe bisogno di lui. Potete vedere da voi come il conflitto fra la popolazione e i gruppi di interesse nel Partito comunista abbia già superato di molto il punto in cui si era 40 anni fa. Il numero di persone raggirate all'epoca è del tutto diverso dal popolo che si risveglia adesso. I dominatori comunisti di oggi non hanno le qualità di Mao Zedong nel prendere in giro le persone comuni, eppure vogliono usare i suoi trucchi obsoleti. Un proverbio dice "Tieni ferma la barca senza preoccuparti che il fiume sia cambiato". Questi riformisti comunisti cinesi hanno bisogno di pensare a questo proverbio, quando si guardano allo specchio.
Qualcuno non sarà convinto e mi chiederà: "Allora dimmi, qual è la vera riforma?". Io dico che, con l'attuale situazione della Cina, la riforma deve essere una rivoluzione. Se non riusciremo ad avere una vera riforma, allora ci sarà una violenta rivoluzione. È molto simile a quello che è avvenuto lo scorso anno nei Paesi arabi dell'Africa settentrionale. Ognuno ha chiara una cosa nella mente : dobbiamo liberarci della dittatura del Partito unico. Altrimenti, non saremo in grado di superare questa montagna con nessun altro mezzo.
Permettetemi di approfondire di più questo concetto. Le cosiddette riforme di Deng Xiaoping vennero attuate perché il leader di quel tempo aveva capito che il sistema sociale del Partito comunista era già fallito, e quindi dovette tornare alla forma di governo tradizionale della Cina. Nella vecchia Cina, avevamo una democrazia su piccola scala, retta da nobili ed elite locali, che detenevano il potere autoritario sulla maggioranza delle persone. I governi centrali erano composti da un gruppo preso da queste élite, concentrato attraverso alcuni esami standard, che assisteva l'imperatore nel processo decisionale mediante piccoli parlamenti, composti dalla corte e dai vari dipartimenti. Insomma, una democrazia su piccola scala che alcune volte veniva interrotta. Questo modello era più compatibile con l'antica società cinese, che aveva una maggioranza di persone composta da gente comune, e non da servi.
Quel sistema era un poco più avanzato rispetto a quello occidentale dello stesso periodo, dove l'aristocrazia e la Chiesa dominavano sui servi. Questo è il motivo per cui la società cinese riuscì a mantenersi allo stesso modo per 2mila anni, prima dell'avvento dei moderni sistemi democratici occidentali. Solo dopo l'emergere dei sistemi democratici in Occidente, ci si accorse delle falle nei modelli precedenti. Fra gli asiatici e nel mondo, il popolo cinese fu il primo ad accettare i concetti della democrazia occidentale. E questo fatto è ovviamente collegato alla cultura della democrazia su piccola scala nella storia cinese.
Fra l'altro, il concetto di eguaglianza davanti alla legge era ispirato proprio alla cultura cinese legale, secondo cui "davanti alla legge un principe della corona è uguale a un qualunque cittadino": esso venne inserito in occidente attraverso alcuni politologi come il barone di Montesquieu. Nei primi tempi della moderna democratizzazione dell'Occidente, le elite culturali erano molto incuriosite dalla cultura legale cinese e dai suoi metodi di governo. Al contrario, il popolo cinese era molto recettivo per quanto riguardava la democrazia e la cultura legale occidentale. Questo tipo di scambio culturale era molto proficuo.
Ora che il popolo cinese ha compreso il sistema occidentale inventato dagli occidentali, non si farà convincere a tornare ai metodi dell'imperatore. In un incidente storico mai verificatosi prima, l'eresia del Partito comunista ha portato molti cinesi dalla parte sbagliata. Inoltre, a causa di situazioni internazionali inaspettate e di stupide decisioni prese dall'allora governo americano, il Partito comunista ha avuto la possibilità di mettere in pratica la propria eresia. Sin dal principio, essa ha fallito miseramente. Sono bastati pochi anni perché agli occhi dei cinesi crollasse il mito divino di Mao Zedong.
Gli oltre 2mila anni di cultura sociale comune del popolo hanno fatto sì che i cinesi siano particolarmente inadatti a un regime comunista simile ai governi di servitù dell'Europa medievale. Nei primi anni del proprio dominio, il Partito comunista si è reso conto della serietà di questo problema . Alcuni volevano fare un altro mezzo passo verso il capitalismo, mentre altri credevano che il problema fosse dovuto a un'incompleta attuazione del comunismo. Al tempo vi è stato un conflitto fra le linee del Partito comunista.
Schierato dalla parte del comunismo, Mao Zedong ha vinto questo conflitto . Il risultato è stato l'espandersi dell'indignazione e del malcontento. Lo Stato si ritrovò vicino al collasso e fu costretto a scegliere una nuova strada. A quel tempo Deng Xiaoping, che non aveva letto un libro o una rivista e passava il tempo a giocare a bridge, riuscì in maniera accidentale a usurpare il potere supremo. Con quale buona idea poteva farsi avanti? Stabilire un sistema democratico secondo le speranze secolari del popolo cinese voleva dire lasciare perdere la dittatura mono-partitica. Ovviamente, non era quello che volevano.
Essi furono quindi costretti a riesumare il vecchio modello degli antenati, la democrazia delle elite su piccola scala che dominasse sulla maggioranza della popolazione. Prima dell'avvento della democrazia occidentale, era un metodo di governo che si accoppiava con l'economia di mercato. Si basava sulla soppressione delle opinioni dell'opposizione, su una scarsa protezione dei diritti umani e sulla violazione della natura umana, ovvero quei valori che hanno accompagnato l'uomo sin da quando si è staccato dal mondo animale.
Come era inevitabile, il ritorno alla vecchia tipologia scelto da Deng Xiaoping arrivò in fretta alla fine. E questo provocò intense contraddizioni e malcontento popolare. Sotto l'attuale struttura mondiale - in cui non soltanto le elite cinesi, ma anche la maggioranza del popolo si è svegliata e vuole la democrazia - giocare questi vecchi trucchi porta al disastro. Nella mente dei cinesi non esiste più uno spazio per tollerare ancora questi trucchi. Una rivoluzione democratica condotta in maniera onesta è l'unico modo accettabile per uscire da questa situazione.
Più di cento anni fa, il popolo cinese si era preparato per mettere in atto una democrazia di tipo occidentale. La strada tortuosa è ormai giunta alla fine. La storia ha dato ragione alle parole di Sun Yat-sen: "Il vento della storia è potente. Chi si adegua al trend mondiale prospera, mentre chi vi resiste perisce". Ora il Partito comunista cinese deve scegliere se adeguarsi al mondo o morire. Questa dittatura monopartitica deve scegliere di prendere l'iniziativa e crollare come l'Unione Sovietica, oppure morire come Gheddafi. E questa distinzione non è di poco conto.
16/09/2016 15:29