Il Papa dispiaciuto, riafferma la stima per l'Islam e il rifiuto della violenza
Città del Vaticano (AsiaNews) - Il papa è "vivamente dispiaciuto" che le sue parole a Regensburg siano state interpretate in un maniera contraria alle sue intenzioni. A firma del card. Tarcisio Bertone, Segretario di stato, ha diffuso oggi una dichiarazione in cui si riafferma la posizione del papa e della Chiesa cattolica di stima verso l'Islam e a favore del dialogo interreligioso. Il card. Bertone ricorda anche il modo in cui Benedetto XVI ha difeso la religiosità musulmana di fronte alla cultura secolarizzata dell'occidente. E sulla frase che ha suscitato tanto scandalo - la citazione di Manuele II Paleologo sul legame fra Islam e violenza - il Segretario di stato sottolinea che il pontefice non ha inteso farla "propria", ma ha voluto esprimere "il rifiuto della motivazione religiosa della violenza, da qualunque parte essa provenga".
Riportiamo di seguito la Dichiarazione integrale.
Di fronte alle reazioni da parte musulmana circa alcuni passi del discorso del Santo Padre Benedetto XVI all'Università di Regensburg, ai chiarimenti e alle precisazioni già offerti tramite il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, desidero aggiungere quanto segue:
- La posizione del Papa sull'Islam è inequivocabilmente quella espressa dal documento conciliare Nostra Aetate: "La Chiesa guarda con stima i musulmani, che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano anche di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti nascosti di Dio, come si è sottomesso Abramo, al quale la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano però come profeta; onorano la sua madre vergine Maria e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio quando Dio ricompenserà tutti gli uomini risuscitati. Così pure essi hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno" (n. 3).
- L'opzione del Papa in favore del dialogo interreligioso e interculturale è altrettanto inequivocabile. Nell'incontro con i rappresentanti di alcune comunità musulmane a Colonia, il 20 agosto 2005, Egli ha detto che tale dialogo fra cristiani e musulmani "non può ridursi a una scelta stagionale", aggiungendo: "Le lezioni del passato devono servirci ad evitare di ripetere gli stessi errori. Noi vogliamo ricercare le vie della riconciliazione e imparare a vivere rispettando ciascuno l'identità dell'altro".
- Quanto al giudizio dell'imperatore bizantino Manuele II Paleologo, da Lui riportato nel discorso di Regensburg, il Santo Padre non ha inteso né intende assolutamente farlo proprio, ma lo ha soltanto utilizzato come occasione per svolgere, in un contesto accademico e secondo quanto risulta da una completa e attenta lettura del testo, alcune riflessioni sul tema del rapporto tra religione e violenza in genere e concludere con un chiaro e radicale rifiuto della motivazione religiosa della violenza, da qualunque parte essa provenga. Vale la pena di richiamare al riguardo quanto lo stesso Benedetto XVI ha recentemente affermato nel Messaggio commemorativo del XX anniversario dell'incontro interreligioso di preghiera per la pace voluto dal Suo amato predecessore Giovanni Paolo II ad Assisi nell'ottobre del 1986: " le manifestazioni di violenza non possono attribuirsi alla religione in quanto tale, ma ai limiti culturali con cui essa viene vissuta e si sviluppa nel tempo Di fatto, testimonianze dell'intimo legame esistente tra il rapporto con Dio e l'etica dell'amore si registrano in tutte le grandi tradizioni religiose".
- Il Santo Padre è pertanto vivamente dispiaciuto che alcuni passi del Suo discorso abbiano potuto suonare come offensivi della sensibilità dei credenti musulmani e siano stati interpretati in modo del tutto non corrispondente alle sue intenzioni. D'altra parte, Egli, di fronte alla fervente religiosità dei credenti musulmani, ha ammonito la cultura occidentale secolarizzata perché eviti "il disprezzo di Dio e il cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà".
- Nel ribadire il Suo rispetto e la Sua stima per coloro che professano l'Islam, Egli si augura che siano aiutati a comprendere nel loro giusto senso le Sue parole, affinché, superato presto questo momento non facile, si rafforzi la testimonianza all'"unico Dio, vivente e sussistente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini" e la collaborazione per "difendere e promuovere insieme, per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà" (Nostra Aetate, n. 3)".
Per il discorso del papa a Regensburg, v.