Il Nepal diventa il "cuore" del contrabbando di oro dalla Cina all'estero
Kathmandu (AsiaNews) - Il Nepal è diventato il primo centro di transito per il contrabbando di oro da Pechino ad altri Paesi. Complice di questo "titolo" è la lotta alla corruzione rilanciata dal presidente cinese Xi Jinping con la Commissione centrale per la disciplina e l'ispezione, che un anno fa aveva lanciato un piano quinquennale per "ripulire" la classe dirigente cinese. Quadri del Partito comunista e uomini d'affari avrebbero individuato in Kathmandu un porto sicuro per ripulire i propri beni. A rivelare questo traffico è il crescente numero di arresti di contrabbandieri.
Negli ultimi sei mesi, la polizia nepalese ha sequestrato 46 kg di oro, di cui 14 kg solo negli ultimi due giorni, da due diversi contrabbandieri. Il primo, Chen Ronjie, è cinese ed è stato arrestato ieri a Tatopani, località nel distretto di Sindhupalchok, al confine con la Cina. L'uomo aveva tentato di nascondere 8 kg di metallo prezioso sotto i vestiti. Un giorno prima Muhammed Shanood, indiano, è stato fermato nel parcheggio dell'aeroporto internazionale di Tribhuvan con 14 kg d'oro avvolti in una cintura di stoffa. Secondo il vice ispettore generale della polizia, quest'ultimo contrabbandava il metallo prezioso dalla Cina all'India.
Proprio la tratta Cina-India (passando per il Nepal) sembra essere la più battuta. Secondo i commercianti, ogni giorno vengono smerciati tra i 70 e gli 80 kg di oro tra i due Paesi. La maggior parte del "prodotto" entrerebbe proprio da Tatopani, passando per Lhasa.
Secondo Ratna Shakya, un venditore di oro, i contrabbandieri possono guadagnare fino a 500mila rupie portando un kg di oro da Hong Kong a Kathmandu. "A Hong Kong - spiega - costa 4,2 milioni di rupie, mentre il suo prezzo di mercato in Nepal è di 4,7 milioni". Con la prospettiva di ingenti guadagni, sono aumentate le persone coinvolte in questo traffico.
Per gli esperti, il Nepal è diventato un centro di transito anche grazie alla scarsa sicurezza, a una politica interna instabile, ai legami tra leader politici e contrabbandieri, e alla corruzione crescente.