Il Natale ortodosso rafforza l’alleanza fra Putin e il patriarca Kirill
Collaborazione sempre più stretta in nome di una Russia forte e unita. Il “dono” di 44 milioni di euro per il restauro di luoghi sacri distrutti dal comunismo; restituito l’antico monastero di Novodievici. Kirill benedice l’operato di Putin e del governo nella crisi economica.
Mosca (AsiaNews) – Oltre 150 milioni di fedeli e circa 30mila chiese russo-ortodosse nel mondo celebrano oggi il Natale. A Mosca il Patriarca Kirill ha celebrato ieri notte, per la prima volta da quando è succeduto ad Alessio II, la tradizionale liturgia della Veglia nella cattedrale di Cristo Salvatore alla presenza di 4mila persone e del presidente della Federazione russa Dmitry Medvedev.
La Chiesa russo-ortodossa festeggia il Natale secondo il calendario giuliano. Questo è “in ritardo” di 13 giorni rispetto al gregoriano, adottato da cattolici, protestanti, alcuni ortodossi - come il Patriarcato ecumenico - e mondo laico. Il 7 gennaio in Russia segna la fine dell’astinenza da carne, dolci e alcolici, iniziata il 28 novembre, ed è festa nazionale. Si tratta di un giorno di massima allerta, dopo i recenti allarmi per attacchi terroristici in tutto il mondo: 8.500 i poliziotti sono dispiegati in tutta la capitale fino a stasera per garantire ordine e sicurezza.
Il Natale è anche un momento di incontro tra mondo laico e religioso. E, da cinque anni a questa parte, in modo crescente, anche tra potere politico e vertici ecclesiastici. Che non perdono l’occasione di ribadire alla nazione la collaborazione sempre più stretta che li lega, nel nome di una Russia forte e unita.
Quest’anno al consueto scambio di auguri e ringraziamenti con il Patriarcato di Mosca, il governo russo ha aggiunto anche un regalo di Natale “ad effetto”. Nel loro incontro il 5 gennaio presso il monastero di San Danilo a Mosca, il premier Vladimir Putin ha annunciato a Kirill di aver messo a disposizione una cifra pari a due miliardi di rubli (44 milioni di euro) per permettere il restauro dei luoghi sacri, monasteri e chiese distrutte nel secolo scorso dalla furia dell’ateismo di Stato. Il premier ha anche annunciato che, entro quest'anno, verrà restituito alla Chiesa il monastero di Novodievici a Mosca, uno dei più belli e importanti di tutto il Paese.
Putin ha poi elogiato la Chiesa che tanto fa “per l’educazione dei cittadini, in uno spirito di patriottismo e di amore per il proprio Paese. Trasmette l’amore per i valori spirituali e la storia”. Da parte sua, Kirill ha augurato a Putin “l’aiuto del Signore per l’alto incarico al quale Dio vi ha chiamato”. Nell’incontro con il capo della Casa Bianca (la sede del governo russo), il Patriarca ha elogiato il premier per la gestione della crisi economica, che in Russia si è fatta sentire più che altrove.
Anche nel suo messaggio di Natale rivolto alla comunità il giorno della Vigilia, Kirill si è soffermato sul concetto di “unità della Santa Russia”. Ripercorrendo i viaggi compiuti nel suo primo anno da Patriarca, spiega che è attraverso “la forza della fede di una società multinazionale, al di là delle differenze di origine etnica o status sociale”, che la Russia manterrà la “sua unità spirituale” nel mondo contemporaneo.
Ma i finanziamenti ai restauri dei luoghi cristiani e la restituzione delle proprietà confiscate alla Chiesa in epoca sovietica, sono solo l’ultimo dono del Cremlino al Patriarcato. Quest’anno, il ministero russo della Giustizia ha proposto emendamenti alla legge federale sulla “Libertà di coscienza e le organizzazioni religiose” che, se approvati, introdurranno forti restrizioni a comunità come quella degli evangelici. A questo si aggiunge l’ora di religione ortodossa nelle scuole, l’introduzione di cappellani militari pagati dallo Stato e la possibilità per il Patriarcato ortodosso di Mosca di visionare disegni di legge prima dell’esame alla Duma. Le leggi prima di essere approvate, dovranno ora essere benedette.
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