Il Natale dimezzato nelle chiese-fortezza d’Iraq
Baghdad (AsiaNews) – Concentrate nel nord del Paese dopo la fuga dalle minacce e dalla persecuzione di Baghdad e Mosul, molte famiglie cristiane d’Iraq si sono trovate a celebrare in Natale a Soulaymanyia, nel Kurdistan.
Alla messa erano presenti anche il sindaco, i leader musulmani locali e la moglie del presidente iracheno, il curdo Jalal Talabani. In una chiesa affollatissima, la first lady ha distribuito regali ai bambini con alcuni Babbo Natale.
A Kirkuk, invece, dove per la prima volta in sette anni non si è celebrata la messa della Vigilia per motivi di sicurezza, le celebrazioni solenni si sono svolte solo la mattina del 25 dicembre. In prima fila, hanno partecipato le autorità locali, il capo della polizia e quello dell’esercito, il rappresentante del grande ayatollah Alì al Sistani, i capi tribù e i leader di partiti.
Fuori dalla chiesa erano schierati militari e poliziotti per garantire la sicurezza dei fedeli dopo l’escalation di attentati e minacce ai cristiani seguite all’attacco qaedista alla chiesa di Nostra Signora del Mutuo Soccorso a Baghdad il 31 ottobre.
Purtroppo, raccontano fedeli interpellati da AsiaNews, “le chiese sono diventate come fortezze nelle quali non si prega come dovrebbe”.
Sia a Kirkuk, che a Soulaymaniyia i fedeli hanno indossato sulle spalle un lungo nastro rosso per commemorare i martiri della cattedrale di Bagdad e anche per dire che a Natale speranza e pace sono legate al sacrificio. “La speranza c'è – raccontano i sacerdoti dall’Iraq - ma è fragile come la fragilità degli uomini”. (NA)