Il Dalai Lama: Pechino ipocrita, ha paura della verità
In videoconferenza con Città del Capo, per l’80esimo compleanno di Desmond Tutu, il leader buddista usa l’arma dell’ironia: “Dicono che sono un demonio, è normale che abbiano paura di me. E in effetti sì, ho le corna”. E mima le due protuberanze. Poi torna serio e, sul visto negato da Pretoria, dice: “Immorale questo atteggiamento, che nasce dalla paura della Cina”.
Dharamsala (AsiaNews) - Il Dalai Lama sceglie l’arma dell’ironia per rispondere alle critiche del governo cinese e sottolinearne “l’ipocrisia e la mania censoria”. Il leader buddista, in videoconferenza con Città del Capo in occasione dell’80esimo compleanno dell’arcivescovo Desmond Tutu, commenta il visto negato dalle autorità sudafricane con una battuta: “La Cina dice che sono un demonio. È normale che la gente abbia paura di un demonio. E sì, in effetti ho le corna”.
Il premio Nobel per la pace sarebbe dovuto essere l’ospite d’onore alle celebrazioni per il religioso, che insieme a Mandela guidò la rivolta contro l’apartheid. Ma il governo di Jacob Zuma gli ha negato il visto di ingresso: d’altra parte, Pechino è di gran lunga il più importante partner commerciale di Pretoria. Tutu ha attaccato con violenza l’esecutivo: “Pensate soltanto al commercio, siete peggiori di quelli dell’apartheid. Ma se non state attenti, farete la stessa fine”.
Con una sedia vuota sul palco, da 8mila chilometri di distanza, i due Nobel hanno comunque dialogato per circa un’ora. E, in un passaggio, il Dalai Lama ha risposto alle accuse del governo cinese [v. http://www.youtube.com/watch?v=_wN_Dwl7arw]. Al suo “amico e fratello spirituale”, ha detto: “Certi responsabili cinesi mi descrivono come un demonio e per questo demonio provano naturalmente una certa paura. All’inizio la cosa mi feriva, ma ora la cosa mi fa ridere, e vi dico subito che, sì: io ho le corna». Qui ha steso gli indici sopra la testa, come a indicare un paio di infernali escrescenze.
Subito dopo si è fatto più serio: “L’ipocrisia ha sempre fatto parte di ogni regime comunista. E chi dice la verità fa paura a Pechino. L’atteggiamento e la censura di quel governo sono immorali, cose che vanno nella direzione sbagliata. Il visto negato nasce da una censura sbagliata, la verità non si può comprare”.
Il premio Nobel per la pace sarebbe dovuto essere l’ospite d’onore alle celebrazioni per il religioso, che insieme a Mandela guidò la rivolta contro l’apartheid. Ma il governo di Jacob Zuma gli ha negato il visto di ingresso: d’altra parte, Pechino è di gran lunga il più importante partner commerciale di Pretoria. Tutu ha attaccato con violenza l’esecutivo: “Pensate soltanto al commercio, siete peggiori di quelli dell’apartheid. Ma se non state attenti, farete la stessa fine”.
Con una sedia vuota sul palco, da 8mila chilometri di distanza, i due Nobel hanno comunque dialogato per circa un’ora. E, in un passaggio, il Dalai Lama ha risposto alle accuse del governo cinese [v. http://www.youtube.com/watch?v=_wN_Dwl7arw]. Al suo “amico e fratello spirituale”, ha detto: “Certi responsabili cinesi mi descrivono come un demonio e per questo demonio provano naturalmente una certa paura. All’inizio la cosa mi feriva, ma ora la cosa mi fa ridere, e vi dico subito che, sì: io ho le corna». Qui ha steso gli indici sopra la testa, come a indicare un paio di infernali escrescenze.
Subito dopo si è fatto più serio: “L’ipocrisia ha sempre fatto parte di ogni regime comunista. E chi dice la verità fa paura a Pechino. L’atteggiamento e la censura di quel governo sono immorali, cose che vanno nella direzione sbagliata. Il visto negato nasce da una censura sbagliata, la verità non si può comprare”.
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