Il Consiglio di Sicurezza Onu domanda un’inchiesta sull’attacco alle navi per Gaza
La dichiarazione, votata all’unanimità, è più blanda rispetto alle richieste. La Turchia aveva domandato scuse ufficiali da Israele e la fine del blocco a Gaza. Tel Aviv mostra filmati dove i suoi soldati vengono presi a bastonate. Diversi Paesi europei criticano l’uso eccessivo della forza da parte dei militari israeliani. Quasi 500 attivisti, presenti sulle navi sequestrate, sono stati arrestati ed è impossibile parlare con loro.
New York (AsiaNews/Agenzie) – Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha diffuso una dichiarazione domandando un’inchiesta sul raid israeliano contro la flottiglia di attivisti che volevano forzare il blocco su Gaza. Nel raid – avvenuto in acque internazionali - sono morte almeno 9 persone, ma diversi attivisti parlando di 19 vittime e decine di feriti.
L’inchiesta dovrà essere “veloce, imparziale, credibile e trasparente”. La dichiarazione è di tono molto più blando rispetto alle richieste e ai dibattiti che l’hanno preceduta, ma è stata sottoscritta da all’unanimità. Essa domanda anche la liberazione di tutti i civili arrestati nell'operazione e la libertà per le navi sequestrate dalla marina militare israeliana.
La riunione di emergenza era stata richiesta d’urgenza dalla Turchia, dato che quasi tutte le vittime sono turche. Molti Paesi arabi avrebbero voluto una condanna più forte di Israele e soprattutto l’obbligo a togliere il blocco su Gaza, che dura dal 2007.
Ahmet Davutoglu, ministro turco degli esteri ha definito il raid israeliano un “assassinio compiuto da uno Stato” e ha chiesto le scuse ufficiali di Israele, Oltre all’inchiesta e un’azione legale internazionale contro le autorità di Tel Aviv, egli domandava anche la fine del blocco a Gaza.
Israele è riuscito a dimostrare – attraverso filmati – che alcuni attivisti hanno colpito i suoi soldati con bastoni o sbarre, e che la missione della flottiglia era “tutt’altro che umanitaria”.
Diversi Paesi europei hanno criticato Israele per l’uso eccessivo della forza e hanno domandato un’inchiesta sui fatti. In alcuni Paesi della Ue – fra cui Spagna e Grecia, si sono tenute manifestazioni contro la violenza di Israele. Anche in alcuni Paesi arabi – come in Iraq – vi sono dimostrazioni contro Israele.
Intanto, la flottiglia assaltata è stata condotta ad Ashdod. Circa 480 passeggeri (tutti attivisti pro-palestinesi) sono stati trattenuti in prigione; altri 48 saranno espulsi nella giornata. Altri 45, per la maggior parte turchi, sono stati portati all’ospedale. Sei soldati rimangono anch’essi ricoverati. Il governo ha imposto la censura su tutta l’operazione e non è possibile avvicinare gli attivisti.
I detenuti vengono interrogati dalla polizia. Fra di essi vi è Kamal Khatib, presidente del comitato degli arabi israeliani e Raid Salah, capo della fronda radicale degli arabi israeliani.
Polizia ed esercito di Tsahal rimangono tuttora in allerta contro possibili manifestazioni. Gli arabi israeliani hanno dichiarato per oggi una giornata di sciopero.
Il premier Benjamin Netanyahu ha cancellato una visita a Washington, dove avrebbe incontrato il presidente Barack Obama e dal Canada, dov’era in visita, è ritornato nel Paese.
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