Il Card. Dias saluta la sua diocesi: possa l'India crescere nello spirito, non solo nell'economia
Mumbai (AsiaNews) Il card. Ivan Dias, arcivescovo di Mumbai e nuovo prefetto della Congregazione dell'evangelizzazione dei popoli, saluta la sua diocesi prima di trasferirsi a Roma. Ieri, in un discorso tenuto presso i gesuiti a Bandra, egli ha invitato i fedeli a far crescere l'India non solo come potenza economica, ma soprattutto nei valori morali e spirituali, mentre alcuni dei partecipanti ne hanno elogiato il grande impegno a favore del dialogo interreligioso nel Paese.
Alla presenza di oltre 4mila persone di fedi differenti, il porporato ha detto che l'India può fare grandi progressi nelle virtù spirituali, da misurarsi non tanto con gli indici di borsa, quanto con la crescita del senso civico e dei valori morali. Ha poi voluto ricordare che "Cristo ama l'India e l'India ha bisogno di Cristo".
Secondo il card. Dias, sono tre i mali che rappresentano una minaccia per il Paese: "Lo sciovinismo etnico, il sistema delle caste e la corruzione". Egli ha espresso la speranza che i numerosi partiti e politici indiani si mostrino prima di tutto uomini di Stato di integrità morale, impegnati a favore dei poveri e degli emarginati. Il cardinale ha poi tenuto a ribadire che il lavoro della Chiesa in India nel campo dell'istruzione, dell'assistenza sociale e della sanità non ha e non ha mai avuto come fine proselitismo e conversioni.
Prima del suo discorso, il porporato ha presiduto una messa concelebrata da 18 i vescovi. Presenti anche alcuni membri dell'Ecumenical Fellowship of Bishops e figure attive nel dialogo interreligioso.
Kala Archarya dell'Inter-Religious Centre presso il Somaiya college a Mumbai definisce Dias "la luce, che in India ha accesso il dialogo interreligioso, sulle orme di Giovanni Paolo II". E si augura: "Possa il mondo trovare la sua strada nel percorso che lui ha tracciato".
P. Anthony Charangat, direttore delle Comunicazioni sociali dell'arcidiocesi di Mumbai, riflette con AsiaNews sulla figura del cardinale. "La preghiera, percorre come un filo sacro il variopinto arazzo della vita e del ministero di Dias. La sua intimità con Dio nella preghiera è la chiave per comprendere l'uomo e l'aiuto per tracciare il cammino da lui scelto, così lontano dalla nostra società, ossessionata dall'aver tutto sotto controllo: per lui è Dio ad avere il controllo".
Il sacerdote sottolinea che il card. Dias è a ragione considerato "un buon pastore e un fermo difensore della fede, il quale ha sempre avuto il coraggio di dire la verità". Poi conclude: "Possa Dio assisterlo nel proclamare Cristo come luce per le nazioni nella nuova missione affidatagli".