Il Cairo, 'Venerdì dell'ira' per i Fratelli musulmani. Cresce il bilancio dei morti e degli edifici cristiani bruciati
Il Cairo (AsiaNews) - I Fratelli musulmani (Fm) hanno lanciato per oggi un "Venerdì dell'ira", dopo gli oltre 600 morti avvenuti per la decisione dell'esercito di ripulire le piazze della città dalle manifestazioni pro-Mohamed Morsi, il presidente deposto lo scorso 3 luglio. Intanto cresce il numero delle vittime degli scontri, come pure il bilancio delle violenze che gli islamisti pro-Morsi hanno compiuto contro chiese, case e negozi cristiani.
Dopo la preghiera del venerdì, i Fm spingono i musulmani a riversarsi da tutte le moschee del Cairo verso la piazza Ramses. Dopo gli scontri dei giorni scorsi, l'esercito ha decretato lo stato di emergenza e il coprifuoco e ha il mandato di sparare se edifici governativi vengono colpiti.
Ieri, islamisti hanno ucciso sette soldati nel Sinai e un poliziotto ad Assiut.
Le cifre del ministero della sanità affermano che almeno 638 persone sono state uccise nei giorni scorsi e vi sono più di 4mila feriti. Alcune moschee sono state trasformate in camere mortuarie per contenere le salme. Mentre il caldo estivo rende l'aria irrespirabile per la decomposizione dei cadaveri, si susseguono funerali in modo ininterrotto.
L'appello alla manifestazione di oggi diffonde paura fra i cristiani. Organizzazioni anti-Morsi hanno chiesto ai loro membri di difendere le chiese, le case e i negozi dei cristiani contro possibili assalti.
Due giorni fa, dopo l'attacco dell'esercito contro i sit-in dei Fm, il bilancio delle chiese bruciate era di 22, ma il movimento giovanile di Maspero, afferma che i siti colpiti sono almeno 39. Oltre alle chiese, gli integralisti hanno colpito anche monasteri, scuole e molti negozi e case abitate dai cristiani. Diverse abitazioni e negozi sono segnati con una croce e con slogan violenti, quasi a volerli indicare come obbiettivo per futuri attacchi.
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha tenuto un incontro di emergenza e ha chiesto alle parti in causa di usare "la massima moderazione". Il presidente Barack Obama ha criticato lo spargimento di sangue, e ha cancellato le esercitazioni militari congiunte con l'esercito egiziano, ma non ha bloccato gli aiuti militari alle Forze armate.
22/04/2015