Il “miracolo” Shenzhen compie 30 anni
L’entusiasmo di Hu in un momento molto delicato per la zona economica speciale: imprenditori che abbandonano; il sindaco licenziato e in attesa di processo per corruzione. Da piccolo villaggio Shenzhen oggi è una metropoli di 14 milioni di abitanti.
Shenzhen (AsiaNews/Agenzie) - La zona economica speciale di Shenzhen è “un miracolo nella storia mondiale dell’industrializzazione, urbanizzazione e modernizzazione”; essa ha contribuito in modo significativo “alle aperture della Cina e alle riforme”. Così il presidente cinese Hu Jintao ha elogiato i 30 anni della metropoli del sud della Cina che è sempre stata all’avanguardia nelle riforme economiche. Parlando stamane alle celebrazioni a Shenzen, egli ha aggiunto con entusiasmo che “il governo centrale sosterrà, come ha sempre fatto, l’eroica esplorazione della zona economica speciale, come pure il suo ruolo nello sperimentare e portare avanti riforme prima degli altri”.
Il conforto e il sostegno di Hu sono molto importanti, dato che da oltre un anno la gerarchia politica di Shenzhen si trova in alto mare, con un consigliere economico condannato a morte per corruzione e lo stesso sindaco di Shenzhen esautorato e in attesa di processo.
Da piccolo villaggio di pescatori, nel 1980 Shenzhen è stata scelta da Deng Xiaoping come la prima area a economia speciale, per abituare la Cina al capitalismo dopo i disastri del comunismo e della Rivoluzione culturale. Shenzhen ha potuto accogliere investimenti stranieri e strutturarsi come mercato semi-libero, offrendo facilitazioni nelle tasse e nella burocrazia. Molti imprenditori di Hong Kong hanno subito trasferito là le loro catene produttive. In seguito – verso gli anni ’90 – sono giunte anche molte compagnie internazionali rendendo Shenzhen una metropoli di 14 milioni che contribuisce in modo primario alla crescita economica del Paese.
In questi anni Shenzhen ha anche visto un incremento delle dispute sul lavoro, rivendicazioni salariali e scioperi. Questo sta rendendo la zona economica molto meno competitiva che in passato. Molti investitori di Hong Kong la stanno abbandonando per altri Paesi asiatici o per zone più all’interno, dove sfruttare ancora manodopera a bassissimo costo.
Ma il problema più grave di Shenzhen è la corruzione. Il 18 agosto scorso Xu Zongheng, sindaco della città, è stato formalmente licenziato e privato della tessera del Partito comunista, aprendo così la strada a un processo contro di lui per corruzione. La Commissione centrale del Partito lo ha accusato di “profonde violazioni della disciplina e della legge”. Xu avrebbe abusato della sua carica, facendo profitti per altri e accettando in cambio grandi somme di denaro. In più, egli ha condotto una “vita corrotta”. Tutti i suoi guadagni illegali sono stati confiscati. Xu, 55 anni, è stato sindaco di Shenzhen, il centro industriale e tecnologico più importante della Cina, dal 2005. L’anno scorso era stato destituito anche dalla carica di rappresentante all’Assemblea nazionale del popolo. La sua carriera si è interrotta dopo che nell’aprile 2009 il suo consigliere politico, Chen Shaoji, è stato arrestato per corruzione. Nel luglio scorso Chen è stato condannato a morte, ma l’esecuzione è sospesa.
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