I vescovi consacrano al Sacro Cuore la nazione e i suoi problemi
Manila (AsiaNews) Domani, giorno della Festa di Cristo Re, i vescovi filippini vogliono iniziare un movimento spirituale per dedicare tutta la nazione al Sacro Cuore. La proposta è emersa all'ultimo incontro della Conferenza Episcopale a metà novembre.
Ieri, durante una conferenza stampa, il gesuita p. Catalino Arevalo, ha reso pubblico, l'Atto di Consacrazione al Sacro Cuore, per ridare fiducia a un paese che si sta disgregando. Molte " giovani coppie", ha detto p. Arevalo, "lasciano le Filippine perché non vedono nessun futuro".
L'Atto di Consacrazione verrà proclamato domenica 23 novembre a protezione delle famiglie, delle comunità religiose e "del popolo filippino, famiglia di Dio". In seguito, nei tradizionali primi Venerdì del mese, vi saranno momenti che metteranno a fuoco la conversione, l'offerta e la riparazione per i peccati e le offese. L'anno di consacrazione culminerà il 18 giugno 2004, festa del Sacro Cuore, con una speciale consacrazione dei sacerdoti.
Il giudizio dei vescovi filippini è tagliente: " Gli eventi recenti e gli sviluppi del nostro paese rivelano i tempi difficili in cui il nostro popolo si sta muovendo. Vi sono crisi su crisi, economiche e politiche, ma vi sono anche correnti che minano la fede profonda del popolo, i valori della famiglia, la nostra vita di comunità, Chiesa e nazione".
Solo negli ultimi mesi nelle Filippine si è avuto un tentativo di colpo di stato da parte di un gruppo di militari; poi il tentativo di eliminare il giudice di Corte Suprema; settimane fa 250 mila poveri e senza tetto hanno protestato nel centro commerciale di Manila chiedendo le dimissioni del presidente Arroyo; giorni fa la Arroyo ha concesso di lasciare il paese all'ex presidente Estrada, accusato di corruzione. A tutto questo si aggiungono rapimenti, uccisioni e insicurezza che causano la fuga degli investimenti commerciali verso aree più tranquille dell'Asia.
"Tutto questo genera confusione, frustrazione, amarezza fra i filippini" ha commentato p. James Reuter, responsabile della Commissione Mass Media della Conferenza Episcopale.
Trasparency International, un'organizzazione di monitoraggio, ha dichiarato che le Filippine sono l11mo paese al mondo per corruzione; esso è stato definito "la capitale del rapimento; la capitale asiatica del crimine". E ancora: le Filippine hanno un debito estero pari a circa 55 miliardi di euro; un deficit di bilancio di 4,2 miliardi di euro, di cui almeno 4 miliardi dovuti alla corruzione del governo. La disoccupazione ha raggiunto il 13,9%, tanto che una buona percentuale di filippini cerca impiego all'estero. Perfino la classe media ha perso la speranza nella nazione.
Secondo mons. Orlando Quevedo, presidente della Conferenza Episcopale "i vescovi hanno introdotto l'Atto di Consacrazione per guarire il paese e rinnovare le nostre vite". (SE)