I talebani vietano alle donne le professioni sanitarie e promuovono la medicina tradizionale
Alle ragazze afghane, già escluse dalle università, era rimasta la possibilità di frequentare gli istituti professionali. Senza ostetriche e infermiere diventa complicatissimo per le donne accedere alle cure. Negli stessi giorni in cui è stata diffusa la decisione, il ministro della Salute talebano era a Pechino per una conferenza (promossa dall'OMS) sulla medicina tradizionale.
Kabul (AsiaNews) - I talebani hanno imposto un nuovo divieto alle donne afghane: già escluse dall’università, ora non potranno nemmeno frequentare gli istituti di formazione professionale in ambito sanitario. Ma nel frattempo il ministero della Salute ha istituito un dipartimento per integrare le pratiche di medicina tradizionale dopo una conferenza internazionale tenutasi a Pechino.
Negli ultimi due giorni sono stati chiusi i percorsi di infermieristica, ostetricia, odontoiatria, tecniche di laboratorio e simili, per un totale di 18 discipline. Il divieto, annunciato lunedì 3 dicembre, vale per tutti gli istituti pubblici e privati dell’Afghanistan. La comunicazione non è arrivata tramite documento ufficiale del ministero della Salute: i funzionari talebani hanno convocato a inizio settimana decine di presidi, a cui è stato semplicemente riferito di eseguire l’ordine del capo dei talebani, Hibatullah Akhundzada.
Negli ultimi due anni le studentesse che avevano terminato le scuole superiori, non potendo accedere all’università, si erano riversate negli istituti professionali. Si parla di 35mila ragazze secondo fonti locali. “Cosa dovremmo fare con solo il 10 percento dei nostri studenti?” ha commentato un dirigente scolastico all’agenzia stampa AFP dopo l’annuncio.
Si tratta di una decisione che lascia un vuoto enorme nel settore sanitario, soprattutto per quanto riguarda le infermiere e le ostetriche, di cui già si registrava una forte carenza. Le donne possono infatti farsi visitare solo da altre donne e agli uomini era già stato vietato di curare le donne.
Le bambine afghane che si trovano ora nel ciclo scolastico possono studiare solo fino ai 12 anni. Le donne non possono fare una serie di lavori a contatto con il pubblico, non possono viaggiare da sole o frequentare spazi aperti agli uomini. Non possono nemmeno parlare a voce troppo alta. Una situazione definita un “apartheid di genere” dai commentatori internazionali. Ma denunciata anche da un’organizzazione pashtun (il gruppo etnico a cui per la maggior parte appartengono i talebani) di base in Pakistan.
La decisione dei talebani aggraverà una situazione già precaria. Secondo l’Organizzazione mondiale per la sanità (OMS), l’Afghanistan è uno dei Paesi che già oggi ha uno dei più alti tassi di mortalità materna al mondo, con 620 decessi ogni 100mila bambini nati vivi.
Anche i casi di poliomielite sono in crescita: da luglio a inizio novembre sono stati registrati 17 nuovi casi, mentre, rispetto al 2023, l’OMS ha riportato un incremento del 238%. Gli esperti sanitari hanno espresso preoccupazione per il fatto che, a causa di un cambio di politica, oggi la campagna vaccinale non è in grado di raggiungere “i bambini più piccoli e le bambine”. Mentre fino a metà 2024 erano gli operatori, e soprattutto le operatrici sanitarie, a recarsi casa per casa, ora viene chiesto alle famiglie di portare i bambini in clinica. Una complicazione non da poco se si considera che sono le madri a prendersi cura dei neonati, e queste non si possono spostare o non possono entrare in contatto con altri uomini.
Il ministro talebano della Salute non si trovava in Afghanistan quando è stata comunicata la decisione: fino a ieri Mawlawi Noor Jalal Jalali era a Pechino per prendere parte alla Conferenza mondiale sulla medicina tradizionale (sponsorizzata dall'OMS), ma ha visitato anche il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie e il Centro nazionale per l'influenza. Durante la conferenza Jalali ha auspicato un rafforzamento della cooperazione bilaterale tra Pechino e Kabul, ma ha anche dichiarato che la medicina tradizionale deve essere integrata nelle pratiche sanitarie già in vigore. Il suo ministero ha appena istituito un dipartimento per la medicina tradizionale, incaricato di formulare linee guida per regolamentare il settore.
02/02/2018 08:37