I ribelli rivendicano e poi smentiscono le responsabilità per gli attentati di Aleppo
Aleppo (AsiaNews/Agenzie) – Lo scoppio di due autobombe davanti a due basi di sicurezza ad Aleppo, ha causato la morte di almeno 28 persone, fra militari e civili e il ferimento di altre 240. Il Free Syrian Army, gruppo di militari disertori, con basi all’estero, in opposizione al regime di Assad, ha dapprima rivendicato gli attentati, poi li ha attribuiti allo stesso governo di Damasco.
Aleppo, secondo città del Paese e centro commerciale pulsante, finora era rimasto ai margini degli scontri che insanguinano la Siria da 11 mesi, anche se nelle ultime settimane la tensione è cresciuta.
Il violento attacco è stato documentato dalla televisione di Stato che ha mostrato con dovizia di particolari raccapriccianti corpi tranciati, sangue, crateri generati dalle esplosioni, profondi diversi metri. E il governo ha attribuito gli attacchi a “bande armate di terroristi”.
Quelle di Aleppo sono solo le ultime di una serie di esplosioni di stampo terroristico, che coinvolgono nella morte militari e civili. Lo scorso 6 gennaio a Damasco, un attacco suicida ha ucciso 26 persone; due settimane prima, una doppia esplosione ha fatto 44 morti.
Fino ad ora, il Free Syrian Army (FSA), l’organizzazione di militari opposti al regime, costituiti da disertori, ha sempre accusato Assad di usare come deterrente le violenze, attribuendole ai “terroristi”. Invece ieri, dopo i due attacchi ad Aleppo, in un’intervista a France 24, il colonello Aref Hammoud ha rivendicato che gli attacchi erano venuti da loro. Solo in serata, il capo supremo del FSA, col. Riad al-Asaad, ha affermato che il suo esercito non è responsabile dei due attentati. Secondo al-Asaad ci sarebbe stata una certa confusione: l’FSA avrebbe attaccato i due luoghi ad Aleppo, ma avrebbero lasciato la zona poco prima delle esplosioni, che sarebbero da attribuire al governo che cercava di sconfiggere l’FSA.
In aiuto alla presunta innocenza del FSA giunge anche una dichiarazione di Obeida Nahas, portavoce del Syrian National Council, una specie di governo provvisorio, con base a Istanbul, il quale afferma che “non rientra nel mandato del FSA di attaccare istituzioni governative”.
Fra gli analisti si fa invece strada che dietro gli attacchi di Aleppo vi siano proprio soldati dell’ FSA o individui ad essi associati, non esclusi anche membri di al Qaeda. Tali attacchi – che necessitano di preparazione, controllo delle situazioni, pianificazione, esecuzione, ecc.. – mostrano che l’FSA si sta specializzando, ricevendo sostegno militare e di addestramento da personalità militare straniero. Fra gli interessi dell’FSA vi sarebbe quello di accrescere il livello dello scontro con Damasco, per generare una crisi umanitaria da cui non si uscirebbe senza intervento militare straniero, uno dei sogni dell’FSA e di alcuni Paesi europei.