I razzi di Pyongyang progrediscono in gittata e potenza. Onu: “minaccia globale”
Non si attenuano le tensioni con gli Stati Uniti. Oltre 4 milioni di giovani si arruolano per la guerra contro gli Usa. La Cina fa un passo indietro: chiudere tutte le aziende nordcoreane nel Paese.
Pyongyang (AsiaNews/Agenzie) – La velocità con cui il programma nucleare di Pyongyang progredisce rappresenta una nuova “minaccia globale”. Così il direttore generale dell’Agenzia Onu per l’energia atomica (Iaea), Yukiya Amano, mette in guardia la comunità internazionale sulla “grave” minaccia nordcoreana. Gli esperti avvisano: i nuovi test missilistici sono avanzati in gittata e potenza. Intanto continuano le tensioni con gli Stati Uniti, mentre la Cina si allontana dallo storico alleato, ordinando la chiusura delle aziende nordcoreane nei propri confini entro 120 giorni.
David Wright, co-direttore ed esperto della Union of Concerned Scientists, analizza gli ultimi lanci condotti da Pyongyang. Il razzo lanciato il 28 luglio, inabissatosi a 1000 km di distanza nelle acque del Giappone, nasconde una realtà preoccupante: la Nordcorea potrebbe essere in grado di raggiungere la costa occidentale degli Stati Uniti. Il lancio, infatti, ha raggiunto l’elevata altitudine di 3.700 km: “Se queste cifre sono corrette, qualora il missile avesse viaggiato su una traiettoria standard, avrebbe raggiunto un raggio di 10.400 km, senza tenere conto della rotazione della terra”. In tal modo, il razzo avrebbe potuto colpire Los Angeles (9.500 km), Denver (9.800 km) e Chicago (10.400), e mancare New York di soli 350 km (10.750 km).
Secondo Wright, ha invece seguito una traiettoria più standard quello che il 15 settembre ha sorvolato i cieli giapponesi, in modo simile a quello di fine agosto. Il test ha dimostrato che la Nordcorea è in grado di raggiungere Guam, ma al tempo stesso evidenziato una certa imprecisione, secondo le stime dello scienziato “fra i 5 ai 10 km, se non di più. Anche supponendo che il missile portasse una testata nucleare da 150 kilotoni [con] una simile imprecisione avrebbe comunque meno del 10% di possibilità di distruggere la base area [americana a Guam]”.
Un altro elemento preoccupante è la potenza nucleare ostentata nei recenti test. Il 3 settembre, Pyongyang ha eseguito il sesto esperimento nucleare nel sito di Punggye-ri. Alcuni rilievi satellitari hanno permesso agli scienziati di osservare i cambiamenti ambientali conseguenti all’esplosione. Comparando le immagini precedenti a quelle successive al test nucleare, hanno potuto rilevare che l’altezza del monte che ospita il sito, il monte Mantap, si è ridotta. L’analisi condotta da Frank V. Pabian, Joseph S. Bermudez Jr. e Jack Liu per “38 North” sottolinea che nell’area ci sono state numerose frane e addirittura un incremento del drenaggio dell’acqua nella zona portuale settentrionale, con probabilità dovuto all’espansione di preesistenti crepe e fessure nel terreno. Per gli scienziati, è credibile che la Nordcorea abbia davvero usato una bomba all’idrogeno, mentre non è ancora chiaro se vi sono state perdite e inquinamento radioattivo.
Intanto, le tensioni fra Pyongyang e Washington non accennano a diminuire. Due giorni fa, il presidente americano Donald Trump aveva accusato la Nordcorea di aver torturato Otto Warmbier, studente statunitense condannato e imprigionato nel 2016 e morto poco dopo il suo rilascio e rientro negli Stati Uniti. Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha risposto oggi definendo Trump un “vecchio rimbambito” che “sfrutta di nuovo la morte di Otto Warmbier” per la sua propaganda contro il regime. A quanto riferiscono media nordcoreani, l’alterco avrebbe suscitato una reazione massiccia da parte dei cittadini: almeno 4,7 milioni di giovani avrebbero deciso di unirsi e ri-arruolarsi all’esercito come dimostrazione di sostegno al Paese in chiave anti-Usa. Tuttavia, l’agenzia di stampa della Corea del Sud, Yonhap, commenta che non è la prima volta che Pyongyang fa simili dichiarazioni per ottenere consensi.
È invece significativo il passo di Pechino, primo alleato di Pyongyang, che ha ordinato la chiusura delle aziende nordcoreane e miste nel proprio territorio. La chiusura è stata annunciata ieri dal ministero cinese del commercio e avverrà entro 120 giorni dalle sanzioni Onu annunciate il 12 settembre.