I primi 100 giorni di Narendra Modi: bene per le imprese, male per le minoranze religiose
Mumbai (AsiaNews/Agenzie) - Azioni decise per affrontare problemi endemici - come la fame e la povertà -, associate però a un atteggiamento che ha creato un senso di paura e insicurezza nelle minoranze etnico-religiose del Paese. È il bilancio dei primi 100 giorni di governo del Primo ministro Narendra Modi, secondo Pradeep Baisakh, di Wada Na Todo Abhiyan (Wnta, "Non rompete le vostre promesse").
Wnts è una coalizione di oltre 4mila ong e gruppi della società civile, la cui missione è quella di "controllare" l'operato del governo nella sua lotta all'eliminazione di povertà, esclusione sociale e discriminazione. La rete riserva particolare attenzione alle fasce più vulnerabili della società: dalit, tribali, donne, bambini, disabili, malati di Hiv/Aids.
Prima delle elezioni generali 2014, Wnta ha condotto un'indagine a livello nazionale che ha coinvolto 1,6 milioni di cittadini, chiedendo di stilare il loro personale "manifesto" in materia di sviluppo, diritti, servizi, governabilità e responsabilità. Su questa base, il gruppo ha steso un rapporto - rilasciato il 1 settembre scorso - in cui analizza i primi 100 giorni del governo targato National Democratic Alliance (Nds), coalizione guidata dal Bharatiya Janata Party (Bjp), partito ultranazionalista indù di Narendra Modi.
Pradeep Baisak spiega: "Ci sono diverse ragioni per essere ottimisti. La prima è la robusta posizione dell'India sul palcoscenico internazionale in materia di sicurezza alimentare. Il mese scorso il governo Modi ha posto un veto sull'adozione di un trattato dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per snellire le regole per trasferire beni al di là dei confini".
Questo stop è stato cercato "perché l'esecutivo voleva porre maggiore attenzione sui limiti Oms sulle riserve di cibo, che temeva potessero colpire il programma nazionale di sicurezza alimentare [proposto e approvato dall'ex governo Congress, ora all'opposizione - ndr] che promette cibo a basso costo per 800 milioni di poveri".
Altri provvedimenti lodevoli, nota Baisak, "sono la decisione di rendere gratuiti 50 medicinali generici, di costruire bagni in ogni casa e migliorare il funzionamento del Parlamento".
Tuttavia, non mancano gli aspetti preoccupanti. "Uno dei peggiori - sottolinea il presidente di Wnta - è l'attuazione di un provvedimento che velocizza l'ottenimento delle licenze ambientali per i progetti industriali; l'aumento della violenza interreligiosa; un modo insidioso di mettere a tacere il dissenso. Anche il trasferimento arbitrario di alcuni governatori e l'abolizione della Planning Commission sono una minaccia a una democrazia sana".
Un'altra critica rivolta dalla Wnta riguarda il non aver passato "provvedimenti chiave, come quelli per favorire l'emancipazione delle donne, per proteggere le caste inferiori e le comunità tribali dalla violenza". In particolare, preoccupa "l'importanza che hanno assunto alcuni gruppi radicali indù [come la Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss) - ndr] e il prolificare di dichiarazioni anti-islamiche da parte di queste associazioni e di personalità del Bjp". È il caso, ad esempio, dell'accusa falsa di condurre una love jihad per convertire con la forza le ragazze indù.
Tutto ciò, sottolinea, "non preannuncia nulla di buono per i musulmani, che rappresentato il 15% dell'1,2 miliardi di cittadini indiani e, nonostante questo, continuano a vivere ai margini".
Infine, aggiunge Baisak "a fare le spese dell'efficienza e dell'eccessiva fretta mostrate nell'approvazione di politiche pro-imprese, potrebbero essere il benessere di ambiente, risorse naturali e comunità". In effetti, ad appena un mese dall'incarico il ministro dello Sviluppo rurale ha ridotto il diritto delle comunità locali di sfruttare le loro risorse naturali. L'espansione delle miniere di carbone è stata esentata dalle aste pubbliche; le fabbriche inquinanti di medie dimensioni possono ora operare a cinque chilometri da parchi nazionali e riserve, al contrario dei 10 chilometri indicati in una direttiva della Corte suprema.
La Planning Commission è un'istituzione del governo centrale dell'India nata con l'indipendenza del Paese nel 1947. Essa ha sempre avuto la funzione di creare piani quinquennali per lo sviluppo integrale della nazione e della popolazione, soprattutto le fasce più vulnerabili.
27/05/2019 11:21